E’ stato arrestato Yoon Suk Yeol, il presidente della Corea del Sud. La notizia è giunta nelle scorse ore dopo che gli inquirenti anticorruzione hanno appunto ordinato il fermo del capo di stato sudcoreano, evento giunto a seguito di accesi scontri nelle ultime settimane fra gli stessi investigatori e la sicurezza personale del presidente.
Si tratta del primo presidente nella storia della Corea del Sud a finire agli arresti e l’inizio della fine era cominciato un mese e mezzo fa, precisamente lo scorso 3 dicembre, quando dichiarò la legge marziale scatenando il caos nel Paese. Dopo il suo tentativo è scattato l’impeachment del parlamento il successivo 14 dicembre, e nel contempo è stata avviata una indagine da parte del CIO, l’ufficio centrale che investiga sugli alti funzionari, con l’accusa di insurrezione, reato punibile anche con la morte.
YOON SUK YEOL, ARRESTATO PRESIDENTE DELLA COREA DEL SUD: COSA E’ SUCCESSO
Yoon, dal suo canto, ha rimandato al mittente qualsiasi accusa, rifiutandosi di collaborare e ignorando le varie convocazioni per gli interrogatori, di conseguenza il CIO è stato costretto a mettere un mandato di arresto. Già 12 giorni fa ci fu un tentativo di fermo finito male a causa del “blocco” dei sostenitori dello stesso capo di stato nonché del suo servizio di sicurezza, ma oggi, 15 gennaio 2025, il presidente della Corea del Sud è stato arrestato.
L’operazione di polizia ha visto ben 1.000 agenti in campo, e inizialmente ha incontrato l’opposizione sempre dalle guardie del PSS che hanno eretto delle barricate per impedire agli agenti di entrare nella residenza del presidente, dopo di che le forze dell’ordine sono riuscite a “fare breccia” e a raggiungere Yoon.
YOON SUK YEOL, ARRESTATO PRESIDENTE DELLA COREA DEL SUD: IL VIDEOMESSAGGIO
Subito dopo il suo arresto il presidente della Corea del Sud ha diramato un videomessaggio della durata di tre minuti attraverso cui ha fatto sapere che continua ad opporsi all’inchiesta nei suoi confronti, ma ha comunque ha accettato di comparire davanti agli inquirenti per “impedire qualsiasi sgradevole spargimento di sangue”. E pensare che quando Yoon era stato eletto, nel 2022, la popolazione sudcoreana riponeva grande fiducia nei confronti di questa figura relativamente nuova alla politica. Era salito alla ribalta della cronaca in particolare nel 2016, per aver perseguito un caso di corruzione contro Park Geun-hye, ex presidente finito in disgrazia.
Sei anni dopo aveva quindi vinto le presidenziali ma battendo di misura Lee Jae-myuag, il suo avversario, con uno scarto inferiore all’1 per cento, il risultato più incerto dalle prime elezioni dirette del 1987. Yoon si era rivolto presentandosi con un programma politico basato sulla trasparenza, l’efficienza e il principio, non disegnando le accuse ai vicini della Corea del Nord, che era stato tra l’altro citato dallo stesso presidente quando aveva cercato di imporre la legge marziale.
YOON SUK YEOL, ARRESTATO PRESIDENTE DELLA COREA DEL SUD: FRA SCANDALI E GAFFE
Dopo la sua elezione, però, la situazione è rapidamente cambiata, incappando anche in una serie di gaffe, come ad esempio quando ha insultato il congresso degli Stati Uniti dopo l’incontro con il presidente Joe Biden a New York, definendo i legislatori americani come degli “idioti”, o comunque una parola ancora più dispregiativa. Ma i principali problemi sono legai alla moglie Kim Keon Hee, che è accusata di corruzione e traffico di influenze, soprattutto dopo aver accettato una borsa di Dior da un pastore.
Yoon, lo scorso novembre, si era scusato a nome di sua moglie ma aveva respinto una indagine sulle sue attività, una situazione complessa resa ancora più spinosa dopo che ad aprile il Partito Democratico all’opposizione aveva vinto le elezioni parlamentari, un successo che venne visto come un voto di sfiducia verso lo stesso presidente. E’ stato di fatto l’inizio della fine, con Yoon costretto più volte a utilizzare il veto presidenziale sulle proposte di legge approvate dall’opposizione, arrivando fino alla proclamazione della legge marziale del 3 dicembre.