Immigrazione, l'appello del cardinale Zuppi per l'accoglienza: "Quando muore un migrante, annega l'intera umanità". L'importanza dei corridoi umanitari
ZUPPI, L’APPELLO PER L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI
L’accoglienza non è un optional, ma una necessità etica e umana per il cardinale Matteo Maria Zuppi. Lo ha spiegato nella prefazione al libro “Libere da, libere di? Storie di giovani donne in Italia con i corridoi umanitari“, a cura di Cristina Pasqualini e Fabio Introini, in cui l’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) offre la sua visione, inquadrando il tema in una riflessione più ampia.
Questo è un tempo segnato da fragilità, individualismo, paure e indifferenza, che ci portano a pensare di poter raggiungere da soli la salvezza, dimenticando però che essa è sempre collettiva. Per quanto riguarda l’accoglienza, Zuppi la definisce una condizione necessaria per il futuro. Zuppi non risparmia osservazioni severe nei confronti delle politiche migratorie contemporanee. Egli mette in luce come il dibattito pubblico sull’emigrazione sia spesso intrappolato in contrapposizioni sterili e in slogan fuorvianti.
Questo non solo alimenta narrazioni distorte e dannose, ma finisce anche per oscurare i veri pericoli della situazione, minando la capacità di mantenere viva la nostra umanità e quel rispetto per ogni vita umana che costituisce il cuore sia del messaggio cristiano sia dell’umanesimo che da esso è germinato. Ma l’illegalità non va combattuta con altra illegalità, come dimostrano i campi in Libia, che Papa Francesco chiamava “lager”.

C’è solo una soluzione per Zuppi, ed è una “politica seria e lungimirante di accoglienza“. Il cardinale precisa che le operazioni di salvataggio non equivalgono a un ‘dentro tutti’, ma servono a salvare vite, come impone la legge del mare.
I RIFERIMENTI A PAPA FRANCESCO
Parla di “umanesimo” Zuppi, che cita esplicitamente Papa Francesco, come l’intervento dell’agosto dell’anno scorso, in cui Bergoglio denunciava le morti evitabili di migranti in mare e nel deserto, il cinismo di chi li respinge e la “crudeltà della nostra civiltà” che li nasconde. Inoltre, Francesco richiamava la necessità di vie di accesso sicure e regolari, respingendo le leggi più restrittive e i respingimenti. Invece, lodava i “buoni samaritani” coinvolti nei soccorsi, dalle associazioni ai volontari, passando per le Ong. I corridoi umanitari, dunque, sono per Zuppi un modello positivo.
L’IMPORTANZA DEI CORRIDOI UMANITARI
Non un privilegio, ma un diritto e una via concreta per salvare vite e la nostra stessa umanità. Infatti, i corridoi umanitari sono per il cardinale la dimostrazione che il fenomeno migratorio può essere disciplinato in una chiave di solidarietà, non solo con logiche difensive. Sono una forma di migrazione legale e sicura, frutto di una collaborazione ecumenica, per salvare chi migra e allo stesso tempo chi accoglie, perché ogni vita persa è una sconfitta per l’umanità. “Quando muore una persona, qualunque essa sia, in realtà annega la nostra umanità“.
