TERZA GUERRA MONDIALE / Lotta al terrorismo, e se si riapre il fronte con l’Ucraina… Russia-Usa e scontro con Isis (oggi,18 dicembre 2015)

- Niccolò Magnani

Terza guerra mondiale, lotta al terrorismo: gli scenari di oggi, 18 dicembre 2015. Putin contro tutti, l'ipotesi di un asse Russia-Italia, le prossime mosse del Cremlino e scontro con l'Isis

putin_auricolareR439 Putin (Fonte Infophoto)

Rischio bancarotta. Eh sì, si riapre il fronte tra Ucraina e Russia, l’ennesimo scontro con gli equilibri internazionali e il rapporto con l’Ue è da rischio scontro mondiale, anzi guerra mondiale. Sembra eccessivo certo, ma con l’Ucraina che ha deciso ufficialmente di non rimborsare un prestito di tre miliardi di dollari alla Russia in scadenza domenica introducendo una moratoria sul pagamento  «fino all’accettazione delle proposte di ristrutturazione o l’adozione di rilevanti decisione di un tribunale». A dirlo è il premier ucraino direttamente, Arseni Iatseniuk: pronti ad azioni legali della Russia ora? Molto probabile con il grosso nodo che poi si porterà in Unione Europea con la questione delle sanzioni che tra pochi giorni verrà decisa: l’Europa sceglierà di nuovo di schierarsi con l’Ucraina oppure inizierà a ragionare secondo la logica della coalizione anti-Isis? Difficile capirlo, probabilmente proverà a fare entrambe le cose, in maniera più o meno ufficiale e rischia comunque seriamente di compromettere, per l’ennesima volta, l’equilibrio risicatissimo delle grandi potenze mondiali.

Con la risoluzione approvata nella notte dall’Onu il rischio di guerra mondiale, magari la terza a questo punto, si avvicina di un piccolo passo. In che senso? Beh, ll’Onu ha firmato il blocco dei rifornimenti all’Isis, ovvero dando sanzioni pesantissime contro chi fa accordi commerciali e non con lo Stato Islamico . L’idea è proprio quella di bloccare i finanziamenti di Daesh e apre al tavolo che si terrà ancora oggi al Palazzo di Vetro a New York dove l’intento è quello di trovare una quadra della coalizione anti Isis e per il futuro stretto e urgente della Siria, in sostanza se con o senza Assad. Dunque perché guerra mondiale? Insomma, con la parte ufficiale sono tutti contro Isis, tutti firmano e sono d’accordo nel fermare i finanziamenti, ma siamo certi che tutti i paesi Arabi e anche meno (la inquietanti minacce russe alla Turchia di fare accordo con il Califfato hanno una parvenza di vero) poi effettivamente leggeranno questo accordo come ferreo e invece non si metteranno di traverso per continuare la conquista sunnita e la cacciata del vero nemico del Califfo, Assad?

Non lo sappiamo, ma di certo si attendono passi importanti ora, con Arabia Saudita a Qatar da quali si attendono le prossime mosse. Intanto, passi di distensione tra Usa e Russia, con entrambe le superpotenze che hanno firmato ovviamente l’accordo e che si scontrano con chiunque favorisca il terrorismo islamico di Al Baghdadi. Si combatte insieme l’Isis, questa è la ferrei volontà di Mosca e Washington con il negoziato politico di Vienna che continua, anche grazie al piccolo influsso italiano (vedi qui sotto). Un accordo politico e il futuro di Assad, questo si attende oggi dal Palazzo Onu, avverrà qualcosa?

Ieri abbiamo assistito tutti ad un one-man-show, Putin contro tutti in pieno assetto da terza guerra mondiale, come andiamo dicendo e analizzando in pratica da pochi giorni dopo gli attentati di Parigi che hanno fatto innalzare all’ennesima potenza la lotta al terrorismo. Abbiamo visto il presidente russo prendersela con tutti, dagli Usa alla Turchia, dall’Ucraina all’Unione Europea, per fino al Turkmenistan e ai turcomanni in Siria. Tutti, ma non Roma: fateci caso, il rapporto tra Italia e Russia è forse l’unico vero appoggio reale nel mondo occidentale dello “zar”.

Chiaro, come ha ammesso lo stesso ministro degli esteri Seregey Lavrov, il rapporto con Roma è forte per motivi commerciali ma anche per un tradizione comune di popolo e usi legati alle radici cristiane. Ma un’asse Roma-Mosca è davvero realistica? A livello di potere e influenza mondiale, Renzi e il suo governo (ma potrebbe esserci chiunque e non cambierebbe nulla da questo punto di vista) valgono davvero poco.

Eppure Putin tiene stretto questo piccolo avamposto, con la musica che cambia quando andiamo a vedere, e si questo ha ragione Renzi, che gli italiani dopo gli americani sono quelli con forze militari più dispiegate nei territori di frontiera e guerra. Nella vicenda libica – ieri l’accordo firmato per un governo di unità nazionale in Libia che vede molto probabilmente la benedizione nascosta di Mosca – Gentiloni e collaboratori hanno svolto ruolo di prima linea che ha influito notevolmente per un accordo diplomatico a suo modo storico. A Mosul verranno schierati soldati italiani per la protezione della diga di Mosul contro l’avanzata dell’Isis: in questo momento Putin forse davvero si fida solo degli italiani al di qua dell’antica cortina di ferro.

Per questo motivo, probabilmente, può permettersi anche uadi azzardare sparate contro gli americani come ha fatto ieri: in corridoio poi l’accordo con la mano americana arriva comunque anche (non solo, sia chiaro) perché la presenza italiana funge da ponte, da cuscinetto. Siamo alla vigilia, forse, di una svolta nella coalizione anti Daesh, che molto probabilmente significherà guerra ad ampio raggio: un conflitto, sì questa volta sì, mondiale.





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