ANGELUS PAPA FRANCESCO / Il messaggio di Bergoglio da Piazza San Pietro: l’adultera e la libertà umana nel peccato (oggi, 13 marzo 2016)

- La Redazione

Angelus Papa Francesco, il messaggio di Bergoglio da Piazza San Pietro, Roma: il brano dell'adultera, il significato di quel passo e la libertà umana nel vortice del peccato

bergoglio_papafrancesco_salutozoomR439 Papa Francesco (Infophoto)

Oggi il 13 marzo del 2016 ha avuto luogo l’Angelus tenuto da Papa Francesco dinnanzi ai moltissimi fedeli venuti per ascoltare la saggia voce del Santo Padre. Questi inizia spiegando che è arrivata la Quinta Domenica di Quaresima, a cui corrisponde un passo del Vangelo molto bello e che al Papa Francesco I piace leggere e rileggere. Così il Papa cita dinnanzi ai fedeli l’episodio evangelico della donna adultera, ricordando che il Padre non vuole mai la morte della peccatrice, bensì solo la morte del peccato. Vuole che la donna adultera si converta e viva camminando su una strada ripulita dal male. Prosegue il Papa chiedendo ai fedeli di immaginare la donna adultera sul sagrato della Basilica di San Pietro, trascinata li di violenza e di forza, dinnanzi al Salvatore delle genti e al popolo che ascolta i suoi insegnamenti. E non per chiedere a Gesù un consiglio, bensì per tendergli un tranello tra la scelta di seguire la sua fama di misericordia e la scelta di adempire alla severa legge del popolo ebraico, lapidando la donna.

Scegliere tocca allora a Gesù, prosegue il Santo Padre nell’Angelus di oggi, – e questi si china iniziando a disegnare o a scrivere qualcosa con un dito per terra. Era così che Gesù invitava tutti alla calma, per non agire in preda all’impulsività e lasciare che giustizia fosse fatta senza azioni dettate dalla rabbia. Come prosegue anche il Vangelo, in questo gesto alcuni hanno ritrovato la pace, mentre altri sembrarono solo avere sete di sangue. Fu allora che, a detta del Papa, Gesù ha pronunciato la famosa frase, chiedendo ai farisei li presenti di gettare la prima pietra contro la donna qualora si ritengono senza peccato. Proprio così tutti gli accusatori hanno deposto le pietre con le quali volevano lapidare la propria vittima e usando le quali volevano ferire anche Gesù stesso. Il Papa poi continua a raccontare la parabola, dicendo che allora il Signore si era piegato di nuovo continuando a scrivere per terra, mentre tutti gli accusatori della donna se ne sono andati con la consapevolezza di essere anche loro dei peccatori. Rendersi conto dei propri peccati può essere solo positivo, – continua il Santo Padre, – poiché ci permette di far cadere a terra le nostre pietre (le nostre accuse) verso gli altri, e tendere a migliorare e non commettere più i nostri peccati.

“Quando tutti se ne sono andati, poi, l’Insegnante e la Donna sono rimasti da soli, impersonando”, a detta di Papa Francesco in conclusione del proprio Angelus, la miseria fatta persona e la misericordia incarnata. E’ una situazione che dovrebbe farci riflettere, poiché rispecchia quanto accade anche nella nostra vita, quando andiamo a confessarci per far vedere a Dio la nostra miseria e chiedere perdono dei peccati commessi. La storia evangelica raccontata dal Papa quindi continua descrivendo lo sguardo pieno di amore e di misericordia di Gesù nei confronti della donna, che solo allora, forse la prima volta nella sua via intera, ha sentito di avere una dignità e di essere rispettata dal Salvatore. Fu così che la donna capì di poter uscire dalla sua schiavitù perché lei non è il suo peccato; fu così che poté abbandonare la propria vita precedente e camminare su di una strada nuova con una coscienza nuova nell’animo.





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