Isis News / Siria, a Raqqa arriva la nuova moneta ufficiale dello Stato Islamico (oggi, 12 luglio 2016)

- La Redazione

Isis News, aggiornamento di martedì 12 luglio 2016: terminata la tregua in Siria, i ribelli passano al contrattacco per liberare Costello Road dalle forze governative. 

isis_califfo_albaghdadi1R439 Foto LaPresse

-Come ogni Stato che si rispetti anche l’Isis, autoproclamato Califfato Islamico, stampa una propria moneta. A comunicare l’introduzione della nuova valuta a Raqqa, capitale del Daesh in Siria, è “Il Messaggero”, secondo cui sui social network sarebbero state diffuse le immagini del nuovo dinaro d’oro e di bronzo. Le stesse fonti affermano che il “dinaro d’oro è quotato sul mercato locale pari a 190 dollari americani”. L’idea dell’isis di battere moneta al fine di sostituire il dollaro americano e la lira siriana del resto non è nuova: nel 2014 fonti vicine al Califfo avevano annunciato l’introduzione della nuova moneta ma di fatto la valuta non era mai entrata in vigore. A quanto pare però l’idea non è stata mai accantonata del tutto e oggi l’Isis prova a mettere in atto il suo piano a Raqqa dove il dinaro è stato introdotto per la prima volta in occasione della fine del mese islamico di Ramadan. Al momento le transazioni dovrebbero comunque limitarsi alla città di Raqqa, sebbene alcune fonti sostengano che la nuova moneta sia usata anche a Dayr az Zor, altra grande città della Siria controllata dal Daesh.

-Decine di jihadisti sono stati uccisi a Sirte, roccaforte dell’Isis in Libia, nel corso di un bombardamento condotto dalle forze leali al governo di unità nazionale, unico riconosciuto dalla comunità internazionale nel Paese del Nord Africa. A riportare la notizia è “askanews”, che come fonte cita media locali. A detta del sito news “AenLibya”, consultatosi con ambienti delle forze aeree, le zone colpite dal raid corrisponderebbero a quelle del “complesso Ouagadougou, una scuola nel quartiere 2, l’università di Sirte ed il porto cittadino”. Il raid areo odierno assesta un altro duro colpo alle forze appartenenti al Califfato, che sarebbero adesso sempre più vicine ad arretrare dalla loro roccaforte sul suolo libico. Le fonti interpellate da “AenLibya” riferiscono inoltre che i bombardamenti aerei “sono stati precisi ed hanno causato la distruzione di alcuni mezzi e l’uccisione di decine di jihadisti, tra cui alcuni comandanti dell’organizzazione terroristica”. A conferma dell’avanzata delle milizie fedeli al governo democratico della Libia, erano arrivate poco prima le parole del generale Mohammad al Ghazri portavoce del comando per la liberazione di Sirte che aveva definito la caduta dell’Isis “questione di pochi giorni”.

La battaglia quotidiana all’Isis si svolge anche sul web, dove la propaganda jihadista ha più possibilità di fare proseliti, e in questo senso la news secondo cui la presenza di traffico su Twitter degli uomini legati al Daesh sarebbe diminuita in due anni del 45% rappresenta un importante passo avanti nella lotta al terrorismo. A riportare questo dato, come riferisce l’Ansa, è stato il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il quale ha segnalato che la nota piattaforma social, al mese di febbraio del 2016, abbia bannato 125mila account riconducibili a uomini legati all’Isis. Michael Lumpkin, capo del Global Engagement Center del governo Usa, ha spiegato la strategia dell’anti-terrorismo:”Stiamo negando all’Isis l’abilità di operare online in modo indiscusso e stiamo vedendo un declino della presenza su Internet. Il pubblico anti-Isis sta acquisendo sempre più voce sui social network e questo non può che indebolire l’abilità dell’Isis di reclutare nuove persone”. La politica attiva di contrasto all’Isis messa in atto da social come Twitter e Facebook ha fatto scaturire l’odio dei jihadisti nei confronti dei due CEO Jack Dorsey e Mark Zuckerberg, che nei mesi scorsi erano stati minacciati dagli estremisti con la pubblicazione delle loro fotografie avvolte nelle fiamme e perforate dai proiettili.

Ancora notizie importanti giungono da Aleppo, in Siria, a causa di uno scontro acceso fra le forze del governo e l’. Le autorità, riporta Al Jazeera, avevano tagliato l’accesso all’unica via che permetteva ai ribelli di ottenere i rifornimenti e per questo ieri mattina si è passato alla controffensiva. Le forze armate hanno cercato di riaprire la Castello Road, ultima ancora di salvezza pesente ad Aleppo, grazie all’esplosione di un tunnel nella parte vecchia della città. Uno scontro diretto che ha provocato la morte di 19 agenti governativi, presenti nella base inglese dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Il leader della sede Rami Abdel Rahman ha infatti dichiarato che nonostante i ribelli avessero subito un attacco pesante sono riusciti ad avanzare. Il passo successivo da parte delle autorità è stato un bombardamento aereo su più punti che solo nella mattinata di ieri ha portato alla morte di 13 civili, la maggior parte ei quali presenti nel quartiere più vicino al confine. La chiusura di Costello Road era avvenuta giovedì scorso, provocando un’immediata misura di riappropriazione da parte ell’ISIS ed i conseguenti scontri. Uno dei portavoce dei ribelli, Mahmud Abu Malak, ha riferito che “sono stati utilizzati tutti i tipi di artiglieria pesante e di mitragliatrici per alleggerire la pressione sul fronte Mallah e Handarat”. 





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