ATTENTATO MANCHESTER/ Moby, “Dio non perdona il massacro degli innocenti”

- Niccolò Magnani

Attentato Manchester, il commento del dj e cantante Moby: "Dio non perdona il massacro e la strage degli innocenti". La religione e la battaglia contro l'odio con qualche confusione...

Manchester_Attentato_Paura_Lapresse Attentato Manchester (LaPresse)

Ha suonato e cantato alla Manchester Arena molto tempo prima di Ariana Grande ed era a New York l’11 settembre 2001, tra l’altro il giorno del suo compleanno: è Richard Melville Hall, in arte Moby, che parla con i colleghi di Repubblica oggi commentando in maniera, va detto, originale l’attentato di Manchester, con conseguente e opprimente senso di dolore e rabbia. «Il nostro mondo è in frantumi, l’arte e a creatività (e cita il Bataclan di Parigi, la discoteca di Orlando e ora il concerto di Ariana Grande, ndr) sono tradite. Ora serve un messaggio forte e comprensivo». Dj, cantante e musicista, Moby racconta tutta la sua amarezza per quanto ancora il mondo terroristico ha generato e provocato in tutti noi: lui, con quel destino così beffardo, che lo fece stare a pochi metri dall’attentato contro le Torri Gemelle quel giorno nefasto del suo compleanno. «A svegliarmi è stato il suono delle esplosioni e le grida della gente. Ricordo di essermi affacciato sul tetto e di aver visto le Torri in fiamme. Non riuscivo a smettere di tremare, il mio appartamento puzzava di bruciato». Sono passati 16 anni ma il terrorismo non se n’è andato: Moby racconta di aver cercato in questi anni una risposta a tutto questo male, e la presenza di Dio, in questo senso, è stata a lungo ricercata dall’artista americano.

«L’ho cercato dappertutto, persino nelle droghe. Poi ho trovato conforto leggendo parecchi libri di filosofia e tomi che parlano di Dio: Bibbia, Corano, Tripitaka, Dhammapada, Dao de jin, Guru Granth Sah», confessa l’attivista e dj americano. Ecco, di fronte al terrorismo, la “ricetta” di Moby è semplice: «Dio vi odia. Tutto quello che posso dire, e ho il supporto di duemila anni di testi sacri, è che nessuna religione al mondo condona il massacro degli innocenti». Un concetto di Dio molto discutibile, certamente, specie perché assomma una sorta di “panteon” religioso con molta confusione e ben poca certezza: eppure su un punto è deciso e definito il “dio” di Moby di fronte all’attentato di Manchester.

«Che genere di odiosa perversione può portarti a credere che Dio vuole davvero questo? Non si fa abbastanza per condannare in maniera categorica il terrorismo e atti di violenza come quello di Manchester». Chi può davvero perdonare? Un massacro come quello del concerto di Ariana Grande, può effettivamente essere “spiegato” con la “sola” ragione umana? Le domande potrebbero essere molte di più alla “religiosità” di Moby, ma di certo ci ha aiutato a fissare un punto. Compiere orrori e stragi in nome della religione è un problema gravissimo. Sembra “banale” ma dobbiamo ancora prenderne piena coscienza…





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