RENZI-BARROSO/ Borghi: una “farsa” per aumentare l’Iva

- int. Claudio Borghi Aquilini

Per CLAUDIO BORGHI AQUILINI, Renzi finge di rispondere a tono all’Ue ma in realtà ha predisposto un aumento delle aliquote Iva, il cui effetto andrà nella solita direzione dell’austerity

barroso_zoomR439 José Manuel Durão Barroso, presidente uscente della Commissione (Infophoto)

“È finito il tempo delle lettere segrete. D’ora in poi vigerà la regola della trasparenza sui rapporti con Bruxelles: pubblicheremo anche le spese dell’Europa e sarà divertente”. È la risposta di Renzi alle proteste del presidente uscente della Commissione Ue Barroso per la violazione della riservatezza. Mentre il commissario agli Affari economici Katainen ha commentato: “La lettera all’Italia è lì e tutti vedono quali sono le nostre preoccupazioni. Sull’Italia ancora non abbiamo deciso, stiamo negoziando. Tutti vogliamo evitare il peggior scenario possibile”. Ne abbiamo parlato con Claudio Borghi Aquilini, responsabile economico della Lega nord.

Che cosa ne pensa del modo in cui la Commissione Ue si rivolge all’Italia nella lettera?

Una cosa deve essere chiara fin dall’inizio: questa è solo una commedia. Che non si pensi che ci sia una contrapposizione, con Renzi che eroicamente combatte contro l’Europa. Tutta questa pantomima è assolutamente organizzata. Hanno persino scelto l’attore vecchio, cioè Barroso, per fare la parte del cattivo, tanto sta per lasciare l’incarico e quindi si prestava a qualsiasi incarico.

Qual è l’obiettivo di questa commedia?

Tutto è già stato concordato e serve a far sì che la manovra di Renzi nella realtà rispetti le regole Ue. Ciò che ci dobbiamo aspettare è un aumento delle tasse. Ciò che ci chiede l’Europa è un aumento dell’Iva, e anziché al muso duro di Monti si ricorre al modo subdolo di Renzi che lo nasconde dietro il bonus da 80 euro.

In che modo sarà introdotto l’aumento dell’Iva?

La manovra prevede da un lato delle spese per l’erogazione degli 80 euro e il taglio dell’Irap, e dall’altra delle coperture. Queste ultime sono però chiaramente false. Una delle coperture scelte, per esempio, è il deficit, che si può fare nel 2015, ma certamente non si potrà ripetere nel 2016. Nella lettera dell’Ue si è fatto scrivere che ci sono accordi tali per cui l’Italia si è impegnata non solo a non fare deficit, ma anche a ridurre il debito. La Legge di stabilità prevede che se per gli anni a seguire non ci saranno le coperture, e noi sappiamo già che non ci sono, interverrà l’aumento dell’Iva.

Renzi rispetta le regole Ue, ma non crede che cercherà di ridiscuterle?

Sarebbero due scelte del tutto contraddittorie. O Renzi è d’accordo con i vincoli Ue o non è d’accordo. Pensare che si debba essere credibili, per poi ottenere qualcosa, è una bugia così palese che non si capisce come la gente possa crederci. La storia è sempre quella, prima dobbiamo fare i compiti a casa e poi avremo non si capisce quale premio. Prima ci è stato fatto credere con Monti, quindi Letta è ricorso a un escamotage ancora più astuto. Era previsto un aumento automatico dell’Iva e per bloccarlo era necessario un decreto. Si è fatto un rimpasto di governo, e ci è stato fatto credere che per questo motivo non è stato possibile bloccare l’aumento dell’Iva.

 

Perché M5S e Lega nord non sono riusciti a mettersi d’accordo sul referendum sull’uscita dall’euro?

La Lega nord ha sempre detto che è disposta a parlare con tutti, nessuno escluso, pur di ottenere il risultato di uscire dall’euro. A Grillo lo avevamo detto prima delle europee, ma lui ci aveva risposto di no. Adesso che il M5S ha preso questa posizione contraria all’euro, decisa attraverso non si sa quale democrazia diretta, per tramite di Matteo Salvini abbiamo proposto loro di sederci insieme e vedere se si potevano fare delle iniziative comuni, ma non abbiamo ottenuto nessuna risposta.

 

L’atteggiamento del M5S quantomeno è coerente: nessuna alleanza con nessuno…

Anche questo non è vero. Il M5S ha questo atteggiamento nei nostri confronti, e poi in Europa non ha nessuna remora ad allearsi con personaggi strani come l’europarlamentare polacco Jarosaw Iwaszkiewicz, secondo cui è giusto picchiare le mogli. Mentre in Italia, dove ci sarebbe realmente la possibilità di fare azioni comuni che potrebbero essere a vantaggio dell’intero Paese, non vuole sentire ragioni. La chiusura quindi è a senso unico.

 

(Pietro Vernizzi)





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