Riforma pensioni 2018/ Salta la Quota 100 a 62 anni (ultime notizie)

- Lorenzo Torrisi

Riforma pensioni 2018, ultime notizie. Salta la Quota 100 a partire dai 62 anni. Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali di oggi, 26 settembre

luigi_dimaio_8_lapresse_2018 Luigi Di Maio (Lapresse)

Secondo quanto riporta il sito del Giornale, la riforma delle pensioni con Quota 100 non consentirà di andare in quiescenza a partire dai 62 anni come vorrebbe Matteo Salvini. “Ieri si è fatta strada l’ipotesi di ammorbidire la riforma Fornero con la pensione anticipata per chi raggiunga la famosa quota 100 data dalla somma degli anni di contributi e dell’età anagrafica. Ma con due paletti precisi: 62 anni di età e almeno 36 anni di contributi. Una misura che consentirebbe l’uscita anticipata a una platea di 450.000 persone, di cui 180.000 nella pubblica amministrazione. La notizia riportata dalle agenzie di stampa è quindi che non sarà possibile andare in pensione anticipata a 62 anni. Resta in piedi anche l’ipotesi di quota 100 con 65 anni di età e almeno 35 anni di contributi che consentirebbe il pensionamento anticipato a circa 492.000 persone”, si legge sul sito del quotidiano milanese.

DI MAIO: TAGLI ALLE PENSIONI D’ORO

Altro annuncio importante del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio per quanto riguarda il capitolo pensioni. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha scelto ancora una volta Instagram per dare la notizia: “Ho una bellissima notizia da darvi: stiamo per eliminare l’ennesimo scandaloso privilegio dopo i vitalizi! Ve l’avevamo promesso in campagna elettorale: stiamo per eliminare le pensioni d’oro. Oggi è cominciato l’iter in commissione Lavoro alla Camera. Ci siamo chiesti perché in Italia ci sono alcuni privilegiati che fino ad oggi hanno ricevuto una pensione stellare, mentre milioni di italiani stentavano ad arrivare a fine mese. Tutto questo è inaccettabile, non credete?”. Continua Luigi Di Maio, sottolineando: “Grazie al MoVimento 5 Stelle verrà messa la parola fine a questa roba. E’ molto semplice: tagliamo le pensioni d’oro superiori ai 4500 euro netti a tutti quelli che non hanno versato i contributi e usiamo i soldi risparmiati per aumentare quelle più basse. Una cosa penso che ormai sia chiara: ci interessano i cittadini, non i privilegi. E quando facciamo una legge è a questo che pensiamo, perché siamo convinti che tutti in Italia possano e debbano vivere bene”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DI MAIO: CERTO SUPERAMENTO LEGGE FORNERO

Luigi Di Maio garantisce che la riforma delle pensioni del 2011 sarà superata. “La Fornero ha ancora il coraggio di parlare per dire che non si può abbassare l’età pensionabile come invece vogliamo fare con la Manovra del Popolo. Lei che ha sulla coscienza milioni di italiani e che con la sua riforma lacrime e sangue ha creato i poveri di oggi. Il superamento della sua legge è certo, come è certa l’introduzione della pensione di cittadinanza che aumenta la pensione minima a 780 euro”, ha scritto su Instagram il vicepremier, aggiungendo che “loro hanno causato lacrime e sangue per i comuni cittadini, ma hanno lasciato i vitalizi e le pensioni d’oro per i privilegiati. Con la Manovra del Popolo faremo esattamente il contrario. Aiutiamo i deboli e eliminiamo i privilegi dei potenti. La Fornero, Monti, Letta, Renzi sono solo un brutto ricordo”.

SALVINI: OBIETTIVO CANCELLAZIONE LEGGE FORNERO

Il Governo continua a lavorare alla messa a punto della Legge di bilancio, che conterrà una riforma delle pensioni. “La mia richiesta ai tecnici del ministero è reintrodurre la cosiddetta ‘quota 100’ a partire dai 62 anni di età. Quindi devi arrivare a 100: sommando 100 all’età anagrafica e ai contributi versati”, ha detto Matteo Salvini partecipando al programma Quarta Repubblica in onda su Rete 4. “È chiaro che l’obbiettivo finale è la cancellazione totale della legge Fornero: hai lavorato per 41 anni, magari hai cominciato da giovane, a 15 anni? Allora puoi andare in pensione anche prima di aver raggiunto quota 100. Però non posso fare tutto e subito e non voglio portare via il lavoro ai tecnici, voglio solo restituire il diritto alla vita a milioni di italiani a cui la Legge Fornero, il diritto alla vita, l’ha tolto”, ha aggiunto il vicepremier.

FORNERO: SI CREERANNO PIÙ POVERI

Una contro-riforma delle pensioni che abbassi l’età di ingresso in quiescenza rischia di creare nuovi poveri. È quanto affermato da Elsa Fornero ai microfoni de I lunatici, trasmissione di Radio 2. “Non si può fare una controriforma delle pensioni senza considerare la realtà demografica del Paese, abbassando l’età pensionabile le pensioni saranno minori, così si dà vita ai nuovi poveri del domani”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, aggiungendo che “l’argomento è complesso si possono confezionare tante piccole cose, sostenendo poi che si è smontata la riforma Fornero, senza che questo sia vero e senza far star meglio gli italiani”. Secondo quanto riporta Adnkronos, Fornero ha spiegato che con la Legge di bilancio “non sarà possibile realizzare tutte le promesse fatte e non sarebbe neanche il bene degli italiani se lo si facesse”.

QUOTA 100, FURLAN: DUE PROBLEMI DA RISOLVERE

Annamaria Furlan ha commentato le ipotesi di riforma delle pensioni che stanno circolando in questi giorni. Intervistata da Il Giornale, ha detto che “Quota 100 con 62 anni di età pensionabile e 41 anni o 41 e mezzo di contributi come secondo canale di uscita è una buona base di partenza che il governo deve discutere con le parti sociali”. Secondo il Segretario generale della Cisl, “ci sono due aspetti da risolvere: creare una pensione di garanzia per i giovani e garantire un’uscita alle donne, soprattutto del Mezzogiorno, che non riescono ad arrivare a 38 anni di contributi”. La sindacalista spera che possa comunque aprirsi un confronto con il Governo, “ma ormai Conte ha superato i tre mesi dall’insediamento e non ha mai incontrato le parti sociali. La legge di Bilancio sarebbe una buona opportunità”.

QUOTA 100, LE PAROLE DI TREU

L’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu ritiene che una riforma delle pensioni che preveda la garanzia di una base di pensioni per tutti è un’idea giusta. Tuttavia, “occorre vedere come si fa”. Secondo quanto riporta Askanews, il Presidente del Cnel evidenzia in particolare che “una cosa è integrare le pensioni di chi ha contribuito un certo numero di anni, un’altra è immaginare una cosa universale”, che rappresenterebbe di fatto un intervento assistenziale. Secondo Treu, anche per quel che riguarda Quota 100 occorre “vedere qual è la platea e come si combinano le due cifre per arrivare a ‘Quota 100’. La direzione è quella, ma bisogna vedere i conti: più si abbassa l’età, più i costi crescono. E poi bisogna vedere che tipo di ammontare si garantisce”. Insomma, per l’ex ministro servono i dettagli delle misure per poter esprimere un giudizio più completo su di esse.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PACIFICO

Secondo le stime del sindacato Anief, con una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100 a 62 anni con la Quota 41,5, ci sarebbero circa 200.000 lavoratori del mondo della scuola che potrebbero andare in pensione: quasi un terzo dei potenziali beneficiari della misura. Il sindacato ritiene che dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini in materia, il Governo si sia ampiamente esposto su questa promessa da non poter più tornare indietro. Anche perché nel frattempo non sono arrivate voci dalla maggioranza che abbiano smentito la proposta del leader leghista. “Secondo noi i benefici che deriverebbero dal turnover si tradurrebbero subito sul servizio e sull’efficienza, considerando l’energia positiva che produce un giovane che subentra a un ultra-sessantenne. Nel caso degli insegnanti, poi, vi sono anche delle necessità pratiche, legate allo stress accumulato dietro alla cattedra e alle patologie da burnout che ne conseguono”, spiega Marcello Pacifico, Presidente nazionale Anief.

Il sindacalista lancia però anche una avvertimento al Governo: “La quota 100 a 62 anni di età e i 41 anni di contributi versati devono permettere l’accesso alla pensione senza penalizzazioni economiche. Pensare di far passare la norma e poi introdurre disincentivi o, peggio ancora, riduzioni di assegni, oppure con formule ‘magiche’, come i fondi di solidarietà e di esubero prestate dai servizi di credito o assicurativi, rappresenterebbe l’ennesima manovra previdenziale da fumo negli occhi. Un’operazione-vetrina che i nostri pensionandi non sopporterebbero proprio”.





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