CONSERVATORIO/ Le “malefatte” dei politici relative alla Riforma negata

- Pietro Blumetti

PIETRO BLUMETTI riporta in primo piano la polemica per la mancata riforma degli studi a carattere musicale, primariamente per gli studenti del conservatorio

conservatorio_R439 Foto InfoPhoto

Il Senato era miracolosamente riuscito ad approvare un DDL (il DDL1693 -relativo alla l. di Riforma 508/99) che, tra le altre cose, di fatto cancellava lo scandaloso declassamento, a Diplomino di 1^ LIVELLO, del Diploma conseguito con il Vecchio ordinamento, subito da TUTTI i musicisti italiani, a causa di una Decreto legge del 2002. Naturalmente la Camera (precisamente i parlamentari della VII Commissione Cultura) che ha recepito tale DDL -divenuto DDL 4822- lo ha in sostanza bloccato, non approvandolo. Dunque, per i Musicisti e la Cultura musicale che essi rappresentano, ancora una volta: NULLA di fatto!  Anzi no: l’ennesima “male… fatta” operata dai nostri politici contro la Riforma degli Studi Musicali. 

Perché non è esatto affermare, come troppi fanno, che in tutti questi anni, in merito alla Riforma degli Studi musicali non sia stato fatto nulla da parte dei nostri politici. Infatti il Ministro della pubblica istruzione, o per dir meglio, tutti i Ministri  della pubblica istruzione che si sono succeduti dal 2000 ad oggi, hanno fatto molte cose;  il problema, per chi ami la Musica e ritenga giusto tutelarla e diffonderla nella nostra società, è che tali Ministri, naturalmente espressione della volontà dei rispettivi governi di appartenenza, le hanno fatte male, molto male; sono stati insomma dei gran … “malfattori”. 

Ma andiamo per ordine,  soffermandoci di volta in volta a valutare quali siano stati gli esiti di ogni… “malfatto” compiuto dai suddetti cari nostri politici:

1 – hanno fatto sì che l’Indirizzo Musicale nella scuola Media, dopo 14 anni dalla sua riconduzione ad ordinamento (l. 124/99) non sia ancora diffuso in modo adeguato (in moltissime città italiane non esiste affatto), continuando così a negare ai nostri ragazzi il diritto a formarsi anche grazie agli Studi musicali;

2  – hanno fatto sì che i Corsi ad Indirizzo Musicale restassero precari;  permettendo che fossero ancora completamente facoltativi; calpestando così sia i fondamentali diritti dei ragazzi allo Studio del “loro” strumento musicale, che quelli professionali e personali di tante persone (come sta accadendo in  Calabria, dove molti docenti si trovano a lottare contro i gravi “tagli” inferti alle loro cattedre di Strumento, ingiustificatamente ed arbitrariamente operati dalle amministrazioni scolastiche provinciali);

3 – hanno svilito il valore del glorioso Diploma di Conservatorio (equiparandolo solo al “nuovo” Diploma triennale di I livello); calpestando così sia il durissimo lavoro compiuto da tutti i musicisti italiani per conseguirlo, che quanto questo importante titolo Accademico rappresentava da sempre quale massima espressione della nostra grande cultura Musicale.  

In questa circostanza poi sono gravemente recidivi in quanto, non avendo oggi approvato il citato DDL 4822,  oltre a perseverare nella radicale profonda ingiustizia del fatto in sé  (“il  massimo” titolo Accademico di ogni Musicista Italiano al “nuovo massimo”, per principio, doveva naturalmente essere equiparato – come infatti è avvenuto relativamente a tutti i titoli Universitari riformati) è stata scandalosa la fretta e il modo rozzo con cui questo è stato fatto; attraverso l’inutile ed ingiustificata urgenza di un Decreto Legge del 2002 ; perfino Diplomi relativi a Corsi di Studi tradizionalmente riconosciuti come “leggendari”, in virtù della loro particolare complessità e lunghezza,  sono stati in un attimo, e senza alcuna discussione Parlamentare che provasse a motivare tale assurdità, equiparati a Corsi brevissimi e “leggeri”.

4 – hanno abbandonato i Conservatori a loro stessi, lasciando che naufragassero nel mare di una incontrollata autonomia  (sfociata in un’incontrollabile anarchia , che ha permesso il proliferare di Corsi e Corsetti , utili, troppo spesso, solo a giustificare Cattedre e conferire tutta la serie dei  “nuovi ed importanti” Crediti Formativi, tanto generosi quanto inconsistenti , con cui si valuta e misura oggi la bravura dei ragazzi, fino a portarli al conseguimento delle nuove “Lauree a punti “ di I e II livello);

 

5 – non hanno Istituito i Corsi ad Indirizzo Musicale nei Licei ; e per di più, quale aggravante del “malfatto”, fingendo invece di averlo fatto !  Ridicolo:  in una città grande come Roma esiste una sola sezione di Liceo ad Indirizzo Musicale e relativa a tutti gli strumenti esistenti;  sono stati dunque illusi e presi in giro tutti quei ragazzi che finalmente speravano di poter studiare uno strumento musicale all’interno del “loro” Liceo; ed in qualsiasi tipo di Liceo che avessero scelto, ritenendolo il più idoneo per il loro futuro, senza essere costretti a scegliere, a soli 14 anni, un Istituto “professionale” quale il Liceo Musicale“, che potesse limitare future altre scelte  relative al proseguimento degli Studi nell’università.Le conseguenze causate da questo … “malfatto” sono naturalmente particolarmente gravi ed evidenti per quelle migliaia di ragazzi che non potranno in nessun modo continuare gli Studi musicali compiuti nelle Medie ad Indirizzo Musicale. 

 

6 – hanno inserito nuovamente nei Conservatori  i Corsi Pre-accademici (Corsi  Inferiore e Medi relativi alla formazione di base);  un …”malfatto” chiaramente legato al precedente, in quanto sostanzialmente torna ad istituire una ristrettissima elitaria formazione di base, strettamente ed esclusivamente funzionale ad alimentare i Corsi “universitari” dei Conservatori. 

Si continua in tal modo a negare a tutti i ragazzi italiani il diritto alla formazione musicale, tradendo quanto chiaramente disposto dalla legge 508/99 di Riforma dei Conservatori, che invece, proprio per diffondere la formazione di base nella scuola secondaria, dispone chiaramente la loro trasformazione in Istituti esclusivamente (!) Universitari; 

 

7- non hanno previsto, né per i Conservatori né per la Scuola Secondaria, un’adeguata seria selezione relativa all’accesso alla docenza; si è infatti costantemente fatto ricorso alle solite risibili selezioni a carattere sostanzialmente sanatorio  (che, oltre a configurarsi logicamente come “ingiuste” nei confronti di chi non ha potuto sfruttare i benefici offerti ai “sanati”,  tutto hanno fatto meno selezionare e graduare in relazione alle reali qualità professionali relative al lavoro che si dovrà svolgere).

Queste dunque le più gravi …”malefatte” compiute dai politici che durante questi ultimi 13 anni hanno avuto la responsabilità di lavorare per la Riforma degli Studi musicali; uomini che, come ho provato a spiegare,  non si sono affatto dimostrati …“benefattori”.

 

Un’ultime cose che è bene evidenziare: i Conservatori sono da sempre (per disposizione costituzionale) Istituti di livello universitario,  perciò non è vero che sarebbe stata la legge di Riforma dei Conservatori a creare 70 istituzioni di tale livello, la Riforma li avrebbe “soltanto” dovuti trasformare in Istituti esclusivamente universitari; questa è la fondamentale rivoluzionaria novità a cui non è stata data ancora risposta , e che anzi è stata assolutamente contraddetta.
Nel merito poi del numero, ritenuto da alcuni eccessivo, di Conservatori, non vedo perché le “Facoltà musicali” (Pianoforte, Composizione, Chitarra, Violino, Direzione d’Orchestra, ecc…)  non debbano essere considerate e divenire normali Facoltà Universitarie;  e dunque poter essere adeguatamente presenti e distribuite sul territorio nazionale, attraverso la loro istituzione in ogni città di una certa grandezza;  magari proprio in merito all’istituzione delle “tradizionali Facoltà” (Lettere , Matematica, Medicina, Architettura, ecc…) si è a volte esagerato.
Sarebbe infatti ora che i Conservatori fossero considerati in tutto e per tutto le  “università” per gli Studi musicali; come avviene in gran parte del  mondo (anche in molti di quei paesi che noi continuiamo a considerare, a torto, culturalmente meno evoluti e civilizzati del nostro).

E’ forse anche opportuno precisare come la diffusione della Musica nella società, a cui in sostanza mira la legge di Riforma dei Conservatori (attraverso lo spostamento della formazione di base Inferiore e Media dai Conservatori alla scuola secondaria), non sia  assolutamente in contrasto con la possibilità, garantita a eventuali talenti, di frequentare in età precoce percorsi didattici particolari ed approfonditi nei Conservatori riformati.  E’ bene sottolineare questo aspetto a beneficio di qualche nostalgico, che sembra non accorgersi di quanto la nostra società sia irreversibilmente radicalmente mutata, rendendo ormai impossibile tornare ad un insegnamento elitario della Musica (logicamente relativamente agli Studi Inferiori e Medi), e che rimanere legati ad una scelta “professionalizzante” di questo tipo continuerebbe ad isolare sempre di più i musicisti “superstiti” dal generale contesto sociale in cui anche il musicista deve vivere. 

Al contrario,  chiunque conosca l’Arte e i protagonisti che nei vari periodi Storici  l’hanno creata e sostenuta, sa bene come i “geni” siano sempre il frutto di un fertile e stimolante contesto culturale e sociale;  perché è evidente che nessun genio potrà mai “nascere e svilupparsi” in modo adeguato alle proprie potenzialità  all’interno di un contesto culturale arido e sterile. In quanto non sono mai i “geni” a dar vita a società culturalmente vive ed elevate, ma le società culturalmente vive ed elevate quelle in cui “nascono” e possono “coltivarsi”, fino a divenire geni,  coloro che hanno talento. 

Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto questo sia drammaticamente vero.





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