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Home » Motori » STELLANTIS/ E lo spostamento di Maserati che può “illudere” l’Italia

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  • Economia e Finanza

STELLANTIS/ E lo spostamento di Maserati che può “illudere” l’Italia

Paolo Annoni
Pubblicato 7 Febbraio 2024
Ansa

Ansa

Nella telenovela riguardante l'impegno di Stellantis in Italia si è aggiunta una nuova puntata: l'ipotesi che Maserati possa essere conferita a Ferrari

Il Presidente di Stellantis John Elkann ieri era Roma per una serie di incontri istituzionali che includevano, tra gli altri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Elkann ha incontrato anche l’Ambasciatore Usa Jack Markel, e il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Gli incontri hanno con ogni probabilità toccato anche il tema delle attività italiane del gruppo Stellantis.


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Questa è solo l’ultima puntata di una vicenda partita con la provocazione dell’ad del gruppo auto Tavares al Governo italiano, che per salvare gli impianti dovrebbe aumentare gli incentivi, e continuata con l’ipotesi di fusione con Renault. Forse ieri si è parlato anche dell’ultima ipotesi circolata secondo cui si starebbe lavorando per spostare il marchio Maserati da Stellantis in Ferrari per rafforzare o creare un “polo del lusso”. Questa ipotesi era stata contemplata anche da Sergio Marchionne e ha quindi una sostanza che in qualche modo prescinde dalla stretta attualità. Dal punto di vista borsistico sarebbe una sfida per Ferrari che viaggia a multipli quasi tripli rispetto a società simili a Maserati come, per esempio, Porsche. Il rischio, da questo punto di vista, sarebbe quello di rompere la magia di una società, Ferrari, che si può presentare come lusso “assoluto”.


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Dal punto di vista del sistema industriale italiano, l’operazione di conferimento di Maserati in Ferrari, invece, avrebbe un impatto molto più mediatico che reale. I titoli sul “campione del made in Italy” si sprecherebbero esattamente come si sono sprecati, qualche anno fa i titoli sul campione dell’automotive con l’anima italiana. Maserati e i suoi fornitori però non possono neanche lontanamente sostituire i volumi di un costruttore auto che occupa la fascia media. Non è un’operazione finanziaria di questo tipo che può risolvere i problemi del sistema Paese italiano in cui il settore auto occupa, fortunatamente, ancora un ruolo decisivo.


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In assenza di una presa forte sul gruppo Stellantis, che è nell’orbita francese, il problema è quale sono le leve per tenere in Italia la presenza industriale del gruppo che sembra avviarsi verso un graduale smantellamento. La posizione di Roma è debole in un mondo diventato molto più competitivo. Per l’Italia, con i suoi costi energetici, burocratici e con le sue tasse, è difficile trattenere la capacità produttiva “gratis”. Se fosse così facile il Governo francese non comparirebbe nell’azionariato dei due gruppi con quote del 15%, nel caso di Renault, e del 6% nel caso di Stellantis.

La posizione negoziale dell’Italia è debole e questo è il punto di partenza di qualsiasi trattativa.

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Tags: John ElkannGoverno MeloniFiat Stellantis Chrysler

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