L'ex talpa dell'FBI, Alexander Smirnov, sarebbe stata aiutata dagli 007 russi per infangare il nome dei Biden, il presidente Joe e il figlio Hunter
Possibile svolta in merito alle accuse mosse dai Repubblicani nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, circa i possibili “affari” con il colosso dell’energia Burisma, azienda che opera in Ucraina. L’attuale commander in chief avrebbe fatto assumere, secondo chi accusa, il figlio Hunter Biden come consulente, così come riferito dall’ex talpa dell’Fbi, Alexander Smirnov, considerato il test chiave nel processo contro i Biden. In realtà, come riferisce RaiNews, lo stesso avrebbe mentito nel raccontare questi presunti affari. Negli atti ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del fatto che la Burisma aveva assunto Hunter Biden per “proteggere” l’azienda, informazioni emerse da alcuni manager ucraini ma di cui non è mai stata trovata traccia.
Inoltre la stessa spia ha spiegato di aver avuto dei contatti “alti” con dirigenti dell’intelligence russa, precisamente “quattro 007 di Mosca”. Smirnov di fatto stava facendo un doppio gioco secondo le accuse: informatore e nel contempo depistatore e i russi gli avevano garantito che avrebbe potuto vivere lontano dagli Stati Uniti sotto la loro protezione e nel contempo, che avrebbe incassato sei milioni di dollari.
ALEXANDER SMIRNOV E LE FALSE ACCUSE VERSO I BIDEN: “HA PROGETTATO MENZOGNE”
Ora dovrà difendersi dalle accuse di false dichiarazioni e della creazione di documenti artefatti e se condannato potrebbe restare in carcere per i prossimi 25 anni. I procuratori dell’inchiesta, in merito all’indagine di impeachment promossa dai Repubblicani verso il presidente Joe Biden spiegano che la condotta di Smirnov: “ha preso di mira il presunto candidato di uno dei due principali partiti politici degli Stati Uniti e ha propagato attivamente nuove menzogne che potrebbero avere un impatto sulle elezioni statunitensi. Continua a farsi sentire il peso delle ricadute delle false accuse di corruzione sui Biden”.
Si tratta dell’ennesima querelle in vista delle elezioni presidenziali che si terranno negli Stati Uniti il prossimo novembre: i due sfidanti, Biden da una parte, e Trump dall’altra, vivranno 9 mesi decisamente intensi.
