"Grazie ma no grazie", analisi del testo della canzone di Willie Pelote al Festival di Sanremo 2025 e significato del brano, ironia e critica sociale
“GRAZIE MA NO GRAZIE”, TESTO CANZONE WILLIE PEYOTE A SANREMO 2025
Cantautore, seppur molto contemporaneo, tra i pochi in gara, Willie Peyote torna per la seconda volta a Sanremo 2025 col testo canzone Grazie ma no grazie, unico brano che accenna a qualche riflessione sulla società contemporanea, per non dire sulla politica: “Nasce vagamente dal monologo dell’ottava scena del secondo atto del “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand.
Il titolo del testo Grazie ma no grazie è un gioco: è la risposta ironica a quelle frasi e situazioni che ci mettono in difficoltà e da cui proviamo a svicolare per evitare discussioni”.
Il testo canzone Grazie ma no grazie di Willie Peyote si apre con un tono disincantato (“Ma che storia triste, avevo aspettative basse / E sai già come finisce visto da dove si parte”) che funge da base per l’intera critica, evidenziando poi che evidenzia l’idea che molti, in particolare coloro che cercano conferme esterne e riconoscimenti, si affidano a modelli o a cliché già usurati (“Tu vorresti che la gente ti capisse, la ami come se lei ricambiasse / E c’hai provato anche più volte dei Jalisse”, riferendosi ai quesi trent’anni di tentativi falliti del gruppo di tornare a Sanremo).
Willie Peyote gioca a interpretare il ruolo del suo antagonista, spostando il punto di vista da quello del fustigatore a quello del fustigato, alternando tirate contro la superficialità (“Più è profondo e meno paga, quasi sempre meglio stare in superficie: Salvagente”, “Le risposte che ti danno sembran fatte con lo stampo”) alla satira del pensiero reazionario (“Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare nelle piazze”, “Questa gente non fa un cazzo li mantengo tutti io con le mie tasse”) a cui risponde col ritornello: “Grazie ma no grazie”.
GRAZIE MA NO GRAZIE ANALISI TESTO CANZONE WILLIE PEYOTE A SANREMO 2025
A Sanremo 2025, Willie Peyote, almeno lui, con il testo canzone Grazie ma no grazie sembra voler guardare dalla finestra anziché il proprio ombelico e, se non raggiunge la schiettezza di Ghali o Dargen D’Amico dello scorso anno.
Sembra consapevole del tempo in cui vive, quello in cui “C’è chi non sa più come scrivere, non sa come parlare / Non sa a quali parole deve mettere ad esempio l’asterisco al plurale”, “C’è chi non sa più come ridere, non sa come scherzare / E vuole la tradizione se la confusione qua è generale” o anche “C’è chi dice non si può più dire niente, poi invece parla sempre, almeno sii coerente”.
Il testo Grazie ma no grazie è una canzone di critica sociale e culturale intrisa di ironia, disillusione e sarcasmo, che mette in luce la superficialità dei discorsi e degli atteggiamenti odierni, nonché il paradosso secondo cui, nella società contemporanea, la profondità e l’autenticità vengono spesso scontate o addirittura penalizzate, che descrive un mondo in cui è preferibile rimanere in superficie.
Il ritornello del testo Grazie ma no grazie di Willie Peyote diventa così un mantra di rifiuto verso un sistema che, pur fingendo di apprezzare certi valori, li conosce bene e li sfrutta a proprio vantaggio, un invito a una presa di coscienza critica e a un impegno personale che sfugge alle apparenze e alle false promesse del discorso dominante.
