Rivalità Jacobs-Tortu: come è nata e quali sono state le tappe di uno "scontro" sportivo tra i due volti italiani della velocità su pista.
RIVALITÀ TORTU-JACOBS: COME È NATA?
La rivalità Jacobs-Tortu è scoppiata, o sarebbe meglio dire si è tornati a parlarne, qualche giorno fa: anche noi su queste pagine abbiamo riportato del presunto caso di spionaggio da parte del fratello di Filippo Tortu che, dopo le Olimpiadi di Tokyo, avrebbe chiesto a un hacker di verificare l’eventuale uso di sostanze dopanti da parte di Marcell Jacobs che, ricordiamolo, arrivava dall’incredibile e inattesa medaglia d’oro sui 100 metri unita a quella nella 4×100, con Tortu stavolta eroe dell’ultima frazione.
Ecco: forse la rivalità Jacobs-Tortu nasce da qui, anche se in realtà lo “scontro” avrebbe radici più profonde perché, chiaramente, quando due gareggiano nella stessa specialità è facile essere in competizione, e infatti già prima delle Olimpiadi di quattro anni fa entrambi si dicevano rivali ma comunque uniti “dalla scuderia di appartenenza”, per riprendere le parole di Tortu.
Già, ma poi ci sono state le Olimpiadi: a Tokyo si era arrivati con Tortu a rappresentare il principale volto dell’atletica veloce, e Jacobs una sorta di carneade che non tantissimi conoscevano, una meteora che in pista dal connazionale aveva sempre preso la paga.
È finita come tutti sappiamo, e come abbiamo già ricordato: Jacobs diventato l’uomo più veloce al mondo, Tortu addirittura fermato in semifinale. Ad aggiungere benzina, ecco che nella staffetta il milanese di origine sarda si è preso l’ultima frazione come già il copione prevedeva, ma dopo aver vinto l’oro e aver festeggiato insieme sono arrivate le prime incrinature di una rivalità che ha rischiato, possiamo dirlo, di trasformarsi quasi in uno scontro aperto. E dunque, vale la pena ricordare anche se di concreto non è successo poi tanto.
RIVALITÀ TORTU-JACOBS, POLEMICHE E CUCITURE
Quello che è successo nella rivalità Tortu-Jacobs è che il campione di Desenzano non ha perso occasione per sottolineare il suo status, chiaramente con tutte le buone intenzioni del caso: così, mentre Filippo Tortu commentava che nello sport succede di essere prima quello che tira e poi quello che viene tirato, Marcell Jacobs ha detto esattamente la stessa cosa ma con un velo di “arroganza sportiva”, come a ribadire che in quel momento il numero 1 fosse lui e fosse più che giusto che fosse certificato.
L’oggetto del contendere è diventato il ruolo di ultimo frazionista nella 4×100: Jacobs ha esplicitamente fatto sapere di desiderarlo, ha aggiunto che mai si sarebbe sognato di imporsi sulla decisione in merito, ma in ogni caso, ha ribadito nuovamente il suo assunto. Sono il più forte, mi spetta l’ultima frazione.
Alla fine le cose non sono andate così, anche perché nel frattempo Marcell ha saltato parecchi appuntamenti a causa di infortuni: i maligni hanno tirato in mezzo la paura di farsi scoprire “dopato”, altri le scarpe speciali (e non propriamente legali) con cui avrebbe corso a Tokyo, l’unione di queste cose – forse, perché di certo non c’è alcunchè – avrebbe portato alla famosa indagine della famiglia Tortu (del fratello).
A proposito: sappiamo che Filippo, che fin da subito si era detto totalmente estraneo ai fatti, ha contattato Marcell per dirglielo personalmente. Sappiamo, perché lo ha detto lui, che Jacobs ha creduto a Tortu ma ha anche definito “avvilente” la vicenda. Sappiamo, infine, che la rivalità Jacobs-Tortu ha comunque portato Marcell a diventare campione olimpico perché, come ha detto lui, “non lo battevo mai e mi ha spinto a migliorare sempre più”. Forse amici non lo saranno mai, ma le cose possono solo migliorare.
