Papa Francesco, dal Gemelli, ha dato il via alla beatificazione di Salvo D’Acquisto. Alcuni amici chiedono quella di Carlo Casini
Santi del nostro tempo: ce ne sono più di quanti non si creda! E molti di loro sono laici, con una vita come la nostra, impegnata nelle mille battaglie di ogni giorno, in contesti professionali molto diversi tra di loro. Tutti sostanzialmente impegnati a rendere gloria a Dio con la testimonianza della loro vita, proprio come conclude ogni volta la santa messa.
Mi hanno particolarmente colpito in questi giorni alcune delle loro storie e la complessità dei processi che la Chiesa mette in atto per verificare se abbiano vissuto in grado eroico tutte quelle virtù che hanno procurato loro fama di santità. Tre giorni fa Papa Francesco, mentre era ricoverato al Gemelli in condizioni definite critiche dallo staff dei medici che lo hanno in cura, ha autorizzato il Dicastero delle cause dei santi a promulgare i decreti di beatificazione di Salvo D’Acquisto, il brigadiere dei carabinieri di appena 23 anni che il 23 settembre 1943 offrì la sua vita per salvare 22 civili da una rappresaglia nazista. Nel 1983 papa Giovanni Paolo II aprì il processo di beatificazione.
Ci sono voluti ottant’anni di studi, di raccolte di dati, di esperienze concrete, di indagini accurate, ma oggi Salvo D’Acquisto, in un clima in cui tornano a farsi sentire gli effetti devastanti delle guerre, ci ricorda come la santità è possibile anche quando l’umanità sembra aver smarrito il suo punto di equilibrio.
Si può dare la propria vita anche per liberare dalla morte altre persone, liberamente e consapevolmente. Sembra un paradosso, ma è il paradosso che solo l’amore e la fede permettono, come quando sembrò che non ci fossero più alternative alla morte certa per quei 22 civili, già rimasti senza più speranza.
Il 28 febbraio si è chiusa la fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio Alcide de Gasperi, morto nel 1954, uno dei politici che consideriamo giustamente padre dell’Europa, di cui è stato fondatore, e in qualche modo artefice di quello straordinario sviluppo che l’Italia repubblicana ha avuto alla fine della Seconda guerra mondiale.
La sua santità ha preso forma scontrandosi spesso con incomprensioni, conflitti laceranti, difficoltà e discriminazioni che hanno causato dolori e sofferenze a lui e alla sua famiglia, ma che non hanno intaccato la sua fede. E ora la Chiesa ne riconosce le virtù eroiche, proclamandolo Servo di Dio e avvicinandolo alle prossime tappe della beatificazione e della canonizzazione.
Tra poche settimane, a cinque anni dalla sua morte, un gruppo consistente di amici che lo hanno conosciuto personalmente e che con lui hanno condiviso tante battaglie in favore della vita, chiederanno che venga aperto il processo di beatificazione di Carlo Casini, dopo aver raccolto tante testimonianze che confermano come nella sua normalità avesse vissuto in grado eroico tante e tante virtù. Singolare figura di magistrato e di politico, che si è speso tutta la vita, per integrare due ruoli diversi che oggi sembrano quasi alternativi l’uno all’altro, mentre altro non solo che la ricerca instancabile della giustizia, una giustizia sociale e non solo una giustizia giudiziaria. Una vita per la vita, come tante volte è stato ricordato.
In ognuno di loro il dolore è stato presente in modi diversi ma con una incisività che sa di martirio. Evidente e chiaro quello di Salvo D’Acquisto, più discreto ma non meno evidente quello che ha caratterizzato le molteplici incomprensioni che hanno accompagnato gli ultimi anni della vita di De Gasperi; potente e devastante la malattia che negli ultimi anni ha caratterizzato la vita di Carlo Casini, il brillante oratore in tribunale e in parlamento, che alla fine poteva esprimersi solo con un battito d’occhi.
Vite di santi del nostro tempo. Vite vicine a noi, in cui l’ordinarietà si mescola con la straordinarietà della sofferenza personale senza mai perdere la forza della testimonianza della fede e della carità; ognuno di loro è vissuto in tempi che potremmo definire complicati, per motivi diversi, non solo per la guerra, ma anche per il contatto diretto con una società che sembra secolarizzarsi vistosamente, smarrendo il senso di Dio. Nessuno di loro ha mai perso il contatto diretto con Dio, indipendentemente dagli eventi avversi, sempre e comunque con una sensibilità estrema per il bene comune. Una dimensione tipica della Buona Politica.
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