L'inviato di Trump in Italia, Paolo Zampolli, anticipa il piano USA per recuperare i fondi stanziati all'Ucraina che secondo Zelensky sono spariti
Il quotidiano Milano Finanza è riuscito ad organizzare un incontro esclusivo con Paolo Zampolli che da qualche giorno a questa parte è stato scelto come inviato speciale in Italia da parte del presidente statunitense Donald Trump conferendogli – insomma – un ruolo di mediazione diretta di altissimo livello Roma e Washington con un canale comunicativo diretto aperto sia con la nostra premier Meloni, che con il presidente USA: nel breve incontro con il quotidiano milanese il tema principale è stato quello dell’Ucraina recentemente finito su tutte le prime pagine per il duro scontro tra Zelensky e Trump che si è ‘combattuto’ in diretta televisiva all’interno dello Studio Ovale della Casa Bianca.
Partendo proprio da qui, l’inviato di Trump non può che criticare aspramente fin da subito l’atteggiamento del presidente dell’Ucraina ricordandogli che quando si viene personalmente ricevuti nello Studio Ovale l’obiettivo è sempre quello di “firmare un accordo” e non di portarsi a casa “un dibattito televisivo” nel quale – come aggravante – si cerca anche di fare “la lezione al presidente degli Stati Uniti”: secondo l’inviato infatti è chiaro che sia l’Ucraina ad avere “bisogno dell’America” e non il contrario, ma chiudendo le porte all’accordo sulle terre rare il futuro della cooperazione resta incerto.
Il piano USA per recuperare i fondi persi dall’Ucraina: la proposta di Zampolli, l’inviato in Italia di Trump
Al di là del parere personale di Zampolli su Kiev e Zelensky, ad averlo colpito in particolar modo è il momento in cui l’ucraino ha detto chiaramente che “di tutti i dollari stanziati (..) più di 100 miliardi non sono mai arrivati” con un vero e proprio problema al quale si deve trovare – anche rapidamente – una soluzione: il primo passo a suo avviso sarebbe quello che finalmente Kiev pubblichi “un audit ufficiale delle sue spese” più volte richiesto dagli States, magari aprendo anche le porte ad “Elon Musk [che] si è offerto di dare una mano con il suo Doge”.
Al contempo, l’inviato di Trump intende anche proporre personalmente a Trump di attivare il programma del Tesoro statunitense rinominato “Kleptocracy Asset Recovery Rewards Program” usato lo scorso anno contro gli oligarchi russi, ma – ovviamente – puntandolo sull’Ucraina: così facendo con un “mix di sanzioni agli uffici” che mettono mano ai fondi “e interventi da parte del Dipartimento della Giustizia e dell’Fbi” si potrebbero bloccare i conti che hanno illegalmente rubato quei 100 miliardi lamentati da Zelensky; magari adottando anche il sistema delle blockchain per i movimenti finanziari di alto livello in modo che siano perfettamente ricostruibili in qualsisi momento.
