Elon Musk ha chiesto ai dipendenti italiani delle basi USA di Aviano e Vicenza di rendere conto delle attività svolte: sindacati sul piede di guerra
Dopo giorni di perplessità e scontri che si sono combattuti in tutti i dipartimenti pubblici federali degli States, alla fine l’occhio inquisitorio di Elon Musk e del suo dipartimento DOGE si è puntato anche sull’Italia e – in particolare – sui dipendenti civili che lavorano delle basi militari statunitensi di Aviano e Vicenza che dovranno rispondere tassativamente entro le prossime ore ad una mail nelle quale si chiede conto delle attività lavorative svolte nel corso dell’ultima settimana: sul punto – quasi naturalmente – sono immediatamente intervenuti i sindacati per chiedere delucidazioni sulle richieste di Musk e – forse soprattutto – sulle conseguenze di una mancata risposta o di una che venga considerata insoddisfacente.
Facendo prima di tutto un passo indietro, per comprendere meglio l’accaduto è bene ricordare che la questione dei resoconti era stata lanciata la scorsa settimana dal Segretario all Difesa statunitense Pete Hegseth che aveva accolto lo spunto avanzato da Elon Musk spiegando che tutti i 2,3 milioni di dipendenti federali erano tenuti obbligatoriamente a rispondere alla mail con un elenco di cinque punti nei quali dettagliare tutte le attività svolte: inizialmente si era parlato di netti licenziamenti per chiunque non avesse risposto, mentre in un secondo momento si è accennato solo ad una non meglio precisata “ulteriore revisione” dell’operato svolto.
Dal conto suo, motivando la scelta della revisione dell’operato dei dipendenti federali, Elon Musk aveva spiegato che sarebbe utile a capire quante delle persone stipendiate (talvolta lautamente) dal governo USA siano in realtà morte o fittizie, con gli stipendi incassati illegalmente da altri; il tutto per concorrere al più ampio obiettivo – lanciato fin dall’insediamento di Donald Trump – di tagliare di circa un terzo l’enorme spesa federale che lo scorso anno sarebbe ammontata a qualcosa come 6,75 migliaia di miliardi di dollari.
La scure di Elon Musk pende su Aviano e Vicenza: i dipendenti italiani si appellano ai sindacati
Tornando a noi, dopo aver colpito negli States – e ferme restando le polemiche e le opposizioni che ne sono nate, non ancora completamente risolte – la scure di Elon Musk sembra essere arrivata anche oltre oceano con tutti i dipendenti civili e miliari delle basi statunitensi di Aviano e Vicenza che hanno ricevuto la temuta mail lo scorso 3 marzo contente solo l’evocativa frase “Cosa hai fatto la scorsa settimana?” che ha generato un vero e proprio panico che li ha spinti a contattare i loro rappresentanti sindacali.
Questi ultimi – dal conto loro – si sono prontamente messi in contatto con il Joint Civilian Personnel Commettee-Italy (che gestisce gli aspetti commerciali dei contratti lavorativi tra Italia e USA) per capire se le revisioni di Musk si applichino effettivamente anche ai nostrani dipendenti che in quanto tale sono soggetti alle leggi italiane sul lavoro che rendono impossibile un licenziamento di questo tipo: per ora tutto tace, ma un lieve barlume di speranza ci ha pensato l’ufficio degli affari pubblici del 31esimo battaglione Fighter Wings – operativo, appunto, ad Aviano – che ha precisato che i dipendenti italiani non sono tenuti a rispondere alla mail di revisione.
