L'UE si oppone alla tregua sul Mar Nero tra Russia e Ucraina: la revoca delle sanzioni è fuori discussione se prima Putin non ritira l'esercito
Il recente accordo di tregua sul Mar Nero mediato dagli USA tra Russia ed Ucraina – qui trovate tutti i dettagli – sembra essersi incagliato sia per le posizioni ancora troppo distanti tra Kiev e Mosca, sia – e forse soprattutto – per l’opposizione da parte dell’UE che non è stata coinvolta nei colloqui dal presidente statunitense Donald Trump ed ora si trova a dover muovere il primo (e forse più importante) passo per rendere effettiva la tregua: una posizione – quella dell’UE – che insomma potrebbe sancire il definitivo stralcio dell’accordo sul Mar Nero, soprattutto perché mette in dubbio quella che la Russia ritiene essere la precondizione fondamentale per attuarlo.
Facendo prima di tutto un passetto indietro, ricordiamo che l’accordo sul Mar Nero prevederebbe la libera navigazione commerciale e la smilitarizzazione del tratto marittimo, collegandola anche allo stop per 30 giorni degli attacchi contro la infrastrutture energetiche di Russia ed Ucraina: il Cremlino – tuttavia – per rendere effettivi i due punti ha chiesto (segnandola proprio come precondizione fondamentale) che vengano rimosse le sanzioni occidentali imposte sul commercio di beni agricoli – inclusi i fertilizzanti – ed ittici.
La difficile vita dell’accordo sul Mar Nero: continuano gli attacchi alle infrastrutture energetiche e l’UE si oppone alla revoca delle sanzioni
Proprio il punto relativo alle sanzioni dell’accordo sul Mar Nero sembra essere incappato nell’opposizione dell’UE, mentre al contempo dopo l’annuncio sulla trattativa sia Mosca che Kiev hanno accusato l’avversario di aver condotto nuovi attacchi contro alcune delle infrastrutture energetiche: denunce – ovviamente – negate da entrambi i paesi, ma che sembrano dimostrare quanto la posizione negoziale mediata dagli USA non rappresenti la reale volontà di interrompere i combattimenti da parte di nessuno dei due leader belligeranti.
Al di là delle infrastrutture, secondo l’UE – ed in particolare la portavoce per gli Affari esteri Anitta Hipper sentita da Reuters – la revoca delle sanzioni chiesta dalla Russia per l’accordo sul Mar Nero dovrebbe essere subordinata “alla fine dell’aggressione russe (..) e al ritiro incondizionato di tutte le forze militari dal territorio ucraino”; soprattutto perché buona parte – per non dire la totalità – delle sanzioni incluse dalla Russia nell’accordo sono state imposte dall’Unione Europea, escluse dalle trattative ed informate solamente dopo la firma.
Al contempo, anche il presidente francese Emmanuel Macron si è opposto all’accordo sul Mar Nero, sottolineando – nel corso di un’intervista con l’emittente francese BFM Business dopo un incontro formale con l’ucraino Zelensky – che allo stato attuale è ancora “troppo presto” per ragionare sulla revoca delle sanzioni, inviando innanzitutto Putin a “rispettare il diritto internazionale” prima di avanzare richieste di tale portata.
