Serie A: Udinese ko, Milan e Inter in forma, Juve verso la Champions, derby romano pari e protagonismi di Arna e Soulé nella 32ª giornata.
Giornata 32 in Serie A. Sono quattro le sconfitte consecutive dell’Udinese, che ha voluto festeggiare l’avvenimento prendendo quattro pappine dai casciavit. I friulani, raggiunti i quaranta punti utili per la salvezza, si sono rilassati, messi in vacanza mirando ad evitare lotta e possibili infortuni. Il Milan è sceso in campo con una formazione logica e schierata in modo convincente. Ognuna delle squadre ha realizzato il motivo per cui era scesa in campo: i rossoneri per avvicinarsi all’Europa, l’Udinese per passare la serata.
È arrivata la giornata di Arna, se la meritava. Una rete tutta intuizione e potenza, un passaggio che ha messo Lautaro nella impossibilità a… non segnare e poi altri tocchi deliziosi.
Finalmente i bauscia hanno una riserva per l’attacco. Sta in panchina, non rompe le scatole quando viene sostituito, lotta su ogni palla, ottima alternativa ai due campioni d’attacco. Il Cagliari, avversario dei nerazzurri, ha mostrato tutti i suoi limiti. Svarioni in difesa, centrocampo raffazzonato e attacco sulle spalle di un solo uomo: Piccoli. Nicola si è inventato miracoli per tenerlo fuori dalla zona retrocessione.
L’Inter ha fatto un buon allenamento per il pericolosissimo scontro di mercoledì col Bayern, il risultato non è per niente scontato. Ottima la prestazione di Lautaro e Chala, un po’ di casino in difesa dove Bisseck ha ballato, ma si è fatto perdonare con una spettacolare rete di testa. La Beneamata è parsa in palla, sperem!
La Gobba ha dominato contro il Lecce ottanta minuti di gara. È passata in vantaggio dopo due minuti, raddoppiato, subito un “palo”, ma quando, a tre minuti dalla fine, Baschirotto ha dimezzato lo svantaggio, ha rischiato di farsi raggiungere. Il goal iniziale ha cambiato il pensiero dei salentini che, piazzando la difesa a tre, erano sicuramente partiti per contenere gli attacchi bianconeri e ripartire.
Bravi comunque i leccesi a rimanere in partita fino all’ultimo, ma punti… nisba. La Juve ritorna in gara per l’Europa che conta, i giallorossi dovranno vigorosamente lottare per non retrocedere. Tudor insegna anche a loro: minor gioco lezioso, più tignosità per assicurarsi punti. Lo insegna Trump: nessuna vergogna nel giocare accanendosi nella conquista dell’osso, va preso per se stessi, gli altri che pensano di condividerlo rispettando accordi, o bel gioco nel calcio, vadano a farsi benedire! In periodo pasquale non si possono usare termini trumpiani.
La vittoria della Dea sul Bologna permette alla Juve di insediarsi al quarto posto in classifica; missione di Tudor compiuta, è in area Champions. Era partita per vincere il campionato, ma è zucchero accontentarsi di dove è arrivata, lo scudetto non è pane per i denti bianconeri.
Al calar della sera, dopo il solito pestaggio in uso a Roma fra pseudo tifosi delle squadre capitoline, è iniziato il derby romano.
Entrambe le squadre sono scese in campo decise, e obbligate, a vincere per salvare l’annata. Partita iniziata con buon ritmo, poi abbassatosi, sia dalla Maggica che dagli aquilotti, difese ben organizzate atte a bloccare gli attaccanti avversari. Svilar il portiere più impegnato, anzi l’unico, nella prima parte. La Lazio meritava qualcosa di più e ciò si è reso palese alla ripresa del gioco: testata di Romagnoli e vantaggio biancoceleste.
Giallorossi avanti all’assalto delle trincee laziali, palo di Mancini. La Lazio ha risposto con rapide e pericolose ripartenze, fino a quando, con una splendida giocata individuale, Soulé ha pareggiato l’incontro. Poi entrambe le contendenti hanno cercato la vittoria, ma rien à faire. Un punto ciascuna che non serve a nessuna delle due squadre.
E adesso aspettiamo cosa farà il Napoli contro l’Empoli. La logica direbbe facile vittoria, ma se San Gennaro facesse il “faccia ‘ngialluta” e non guardasse giù? Difficile, ma potrebbe capitare, chi può capire come ragionano i santi?
