Appena nati, Matilde e Mattia mostrano gravi difficoltà respiratorie. Hanno lo stesso problema ma Dio ha preparato per loro un destino diverso
Sono gemelli! Se la gioia di aspettare un bimbo è senza confini, figuriamoci quando i bimbi sono due e, in questo caso, un maschietto e una femminuccia. Papà Domenico e mamma Lucia sono troppo contenti. Già presto durante la gravidanza hanno incominciato a preparare due corredini, uno rosa e uno azzurro per essere pronti in tempo. Infatti i medici hanno detto loro che, talvolta, i gemelli possono nascere un pochino prima del termine.
Passano i mesi, anzi volano, e la gioia dei neo-genitori e delle loro famiglie cresce. I medici rassicurano la coppia che tutto procede per il meglio. I nomi, dopo molte conversazioni e discussioni, sono decisi, Mattia e Matilde.
All’ultimo controllo dell’ecografia, poche settimane prima della data prevista per il parto, i medici guardano e riguardano con la sonda entrambi i bimbi per un tempo lunghissimo e hanno un volto preoccupato. Poi parlano con Domenico e Lucia. “I bimbi crescono bene, ma purtroppo il liquido amniotico è molto diminuito, quasi assente, e i reni di entrambi i bimbi hanno un aspetto malato, sono di dimensioni aumentate e hanno un aspetto ‘patologico’… in parole povere sembrano non funzionare”.
È un colpo durissimo. “Ma come? Tutto procedeva per il meglio, e ora, solo poche settimane prima di nascere ci sono dei problemi? Come è possibile? È possibile che il buon Dio ci affidi questi bimbi e poi ce li porti via subito? Che sia un errore?”
Domenico e Lucia prendono appuntamento con un ginecologo in un altro ospedale, più specializzato, per avere un altro parere. Anche qui l’ecografia sembra durare una eternità, ma la diagnosi è la stessa. Non c’è liquido amniotico e i reni di entrambi i bimbi sembrano non funzionare più.
Durante il colloquio con i genitori il ginecologo assicura che i colleghi neonatologi sono molto esperti e hanno a disposizione tecniche avanzate per la cura di patologie simili.
Spiega che il problema serio per la sopravvivenza, ancora prima della funzione renale, è la funzione polmonare perché, in assenza di liquido amniotico, i polmoni non si sviluppano bene e potrebbero non funzionare. Però aggiunge che il grado di funzione non può essere valutato ora, ma solo dopo la nascita.
I bimbi nascono da parto cesareo a termine di gravidanza, prima Matilde e poi Mattia. Entrambi non riescono a piangere da soli, dimostrando seri problemi della respirazione, per cui i medici di terapia intensiva neonatale, presenti al parto, posizionano tubi endotracheali e li attaccano al ventilatore per sostenere l’ossigenazione.
Le famiglie di Domenico e Lucia e i loro amici continuano a pregare chiedendo il miracolo della guarigione per i gemellini.
Nonostante il supporto continuo con il ventilatore più potente della terapia intensiva neonatale che offre 600 respiri al minuto, e nonostante il prodigarsi di medici e infermiere al suo capezzale, Matilde non ce la fa. “I suoi polmoni sono troppo piccoli, abbiamo tentato di tutto… purtroppo dopo i polmoni anche il suo cuore ha ceduto”.
Intanto medici e infermiere continuano a lottare per la vita di Mattia. Dopo un lieve miglioramento temporaneo, le condizioni di Mattia peggiorano di nuovo e si decide di usare la terapia ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation).
Questa è una macchina che leva il sangue dal corpo del paziente, lo ossigena e lo rimette dentro ossigenato in continuazione, 24 ore su 24, nella speranza che i polmoni guariscano nel frattempo. Insieme con la macchina ECMO le preghiere continuano senza sosta al capezzale del bimbo.
Dopo qualche giorno si nota un lieve miglioramento dei parametri della respirazione, la terapia ECMO viene fermata e Mattia riesce a respirare con l’aiuto di un respiratore convenzionale. “La medicina è molto potente – dice papà Domenico – ma Dio può tutto, allora confidiamo in Lui e ci fidiamo di Lui. E poi Matilde da lassù ci aiuta!”.
Dopo una altra settimana Mattia ricomincia a respirare e ad ossigenarsi bene senza il respiratore, ha solo bisogno dell’aiuto di una piccola nasocannula con ossigeno. Nel frattempo impara a nutrirsi col biberon. Inoltre i suoi problemi renali sembrano essere meno gravi del previsto, avrà solo bisogno di essere alimentato con un latte dietetico per aiutare la funzionalità renale. I medici e le infermiere che si sono prodigati giorno e notte intorno alla sua cullina non ci possono credere. “Forse è vero che ce la farà?”.
Questa speranza diventa certezza, Mattia viene presto dimesso dall’ospedale e festeggia i suoi 2 mesi di vita a casa con la sua famiglia. A vederlo non si direbbe che è stato per quasi due mesi in terapia intensiva neonatale. Per papà Domenico e mamma Lucia si tratta di una vera e propria resurrezione.
Resta aperta una grande e drammatica domanda per papà Domenico e mamma Lucia: “Perché il buon Dio ha preso con sé Matilde? E perché Mattia l’ha lasciato?” Ma la stessa domanda la hanno anche medici e infermiere: “Abbiamo curato due bimbi con lo stesso problema medico, uno ce l’ha fatta e l’altro no, ma come mai? Chi decide?”.
Queste domande sono il regalo di Matilde e Mattia che, con la loro vita, ci aprono al fatto che la vita non è in mano nostra, ma nelle mani del Mistero di Dio che costruisce il Destino di ciascuno in modo appunto misterioso, ma provvidenziale.
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