Riforma pensioni 2025, l’importanza della previdenza complementare ricordata dalle stime del Mef sull’importo degli assegni
RIFORMA PENSIONI 2025, I DATI DI MEF E ATHORA
La previdenza complementare diventerà sempre più importante visto che l’importo delle pensioni rispetto all’ultima retribuzione andrà scendendo negli anni per via del passaggio dal sistema retributivo e misto a quello contributivo puro. Tuttavia, come mostrano i dati dell’Osservatorio Look to the future di Athora Italia, quasi due terzi degli abitanti del Sud e delle Isole non appare intenzionato a sottoscrivere una pensione integrativa, che in effetti appare più diffusa al Nord e al Centro. Quasi un quarto degli uomini, inoltre, ritiene che la pensione gli basterà da sola a soddisfare le proprie necessità, mentre solamente il 13% delle donne nutre tale convinzione. Forse perché c’è consapevolezza del gender gap che pesa anche sulle pensioni.
RIFORMA PENSIONI 2025, IL DECRETO DEL GOVERNO
Sempre riguardo all’importanza della previdenza complementare, va ricordato che in base alle stime del Mef, se nel 2010 chi andava in pensione riceveva un assegno pari a quasi l’83% dell’ultimo stipendio, nel 2040 questa percentuale scenderà al 69%, ma sommando un fondo pensione si potrebbe tornare sopra l’80%. Intanto il Governo ha varato un decreto con cui, come spiegato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, lavoratori dipendenti e pensionati non dovranno versare l’acconto Irpef quest’anno, evitando così l’applicazione di quattro aliquote (quelle precedenti la riforma) anziché tre (corrispondenti a quelle introdotte dalla riforma). Il decreto ha richiesto una copertura di circa 245 milioni di euro.
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