Autovelox, caos dopo 2 nuove sentenze Cassazione. Giuristi: "Aggravi sproporzionati per i cittadini: e non fermeranno i ricorsi..."
AUTOVELOX, CORTE DI CASSAZIONE ‘FUORI DI GIRI’: DUE SENTENZE OPPOSTE CHE…
Autovelox, continua il caos dopo che la Corte di Cassazione, nel giro di sole 24 ore, ha emesso due sentenze che, di fatto, vanno nella direzione opposta e finiranno per creare ulteriore confusione: insomma, come ha già commentato qualcuno, stavolta a finire “fuori di giri” sarebbero stati gli ermellini dato che le due sentenze di cui sopra sono state firmate, a stretto giro di posta, dallo stesso relatore. E così rischia di protrarsi ancora per molto tempo una delle questioni che nel nostro Paese tengono banco in questo 2025, ovvero i ricorsi contro le multe comminate per eccesso di velocità e che, in molti casi, hanno visto proprio gli stessi automobilisti avere ragione in virtù di quella mancata omologazione delle apparecchiature che è il vero oggetto del contendere. Ma torniamo a quanto successo nel corso dell’ultima giornata e alle reazioni di esperti, associazioni e anche dell’Anci.
Nelle ultime due sentenze arrivate da Piazza dei Tribunali, infatti, sono diverse le interpretazioni relative ai ricorsi contro gli autovelox, una querelle che si protrae oramai da più di un anno a seguito della differenziazione terminologica proprio della Suprema corte tra “omologazione” e “approvazione”) : infatti in una delle ordinanze, firmate peraltro dalla medesima sezione della Cassazione, si stabilisce che tutte le multe elevate sono da annullare, senza se e senza ma, dal momento che gli strumenti adoperati non hanno la sopra citata omologazione (ribadendo quanto stabilito a maggio con la disposizione pure della restituzione dei punti sulla patente). Il caos è sorto tuttavia perché, nella stessa giornata, dagli ermellini è giunta un’ordinanza di segno opposto che, pur confermando l’orientamento di base, spiega che per ottenere l’agognato (per gli automobilisti) annullamento delle multe è necessaria pure la presenza della querela di falso nei confronti di coloro che redigono il verbale. E ora cosa succede?
AUTOVELOX, CAOS OMOLOGAZIONE: POLIZIA LOCALE, “SIAMO STANCHI DOPO CHE…”
L’impressione è che presto la palla tornerà nuovamente alla Cassazione per cercare di dirimere una controversia sugli autovelox che, come sappiamo, ha radici antiche (in tantissimi anni, sin dalla loro introduzione, non era mai stato emanato alcun decreto attuativo che stabilisca con precisione quale sia la procedura per omologare non solo quelli ma pure tutor e telelaser). Commenti diversi, ma tutti dello stesso tenore, sono arrivati a seguito delle due sentenze, dato che concordano sul fatto che la pioggia di ricorsi non si fermerà e che bisogna cercare di colmare una antica lacuna dello Stato italiano e che risale al 1992. “In presenza di verbali con false attestazioni, la Corte costringe i sanzionati a proporre ben due giudizi, peraltro dall’esito positivo sicuro” spiega Mauro Renna, docente ordinario di Diritto Amministrativo alla Cattolica di Milano, ricordando che il ‘livello’ più alto richiesto per i ricorsi non li stopperà di certo. Anzi.
Insomma, come si esce dal caos autovelox e da una vicenda che rischia di avere conseguenze quasi kafkiane dato che, a detta di alcuni giuristi, ora il rischio è che, anzi, i ricorsi potrebbero pure moltiplicarsi e con un esito che apparirebbe comunque scontato anche in presenza di quella che alcuni quotidiani oggi definiscono la nuova ‘asticella’ messa dalla Cassazione? Reazioni infastidite sono arrivate pure dalle forze dell’ordine che parlano di una situazione oramai insostenibile da anni: “Non si può aspettare che i comandanti della Stradale o della Municipale vengano condannati perché da 33 anni manca un decreto ministeriale” ha detto Giordano Biserni (ASAPS), mentre Luigi Altamura, comandante della Polizia di Verona, spiega come aggirare in un certo modo il problema: “Ho fatto eliminare dai nostri verbali la dizione ‘omologato’ (…) Ma una nostra multa può essere sconfessata dai giudici: siamo davvero stanchi” ha affermato, ricordando che l’obiettivo degli autovelox non è comminare sanzioni, ma salvare vite umane. E senza dimenticare che, in questo quadro, molti Comuni si trovano a dover ‘spegnere’ i dispositivi.
