Maturità 2025, traccia svolta C1. Dalla polis greca a Borsellino: l'uomo è animale politico. Pensiero critico e memoria come antidoti all'indifferenza.
Prima Prova della Maturità 2025: ecco qui di seguito la traccia svolta per il tema di attualità C1, il brano del giudice Paolo Borsellino dal titolo “I giovani, la mia speranza”. Per leggere le altre tracce svolte della prima prova ecco la diretta live dell’Esame di Maturità su “IlSussidiario.net”
Nell’antica Grecia, quell’organizzazione politica, religiosa e culturale in cui l’individuo trovava identità e appartenenza era chiamata “polis”.
Non si trattava solo di un luogo fisico dove vigevano leggi e istituzioni comuni, ma del cuore pulsante della civiltà greca: lo spazio in cui, insieme alla vita politica, si realizzava in modo compiuto la vita umana.
L’uomo è definito da Aristotele “zoon politikon” e “zoon logon echon”, ovvero “animale politico” e “animale dotato di parola”. Secondo il filosofo, l’uomo esiste al fine di relazionarsi con la comunità in cui è inserito e, attraverso la parola, realizzare la sua natura razionale e morale, che lo distingue dagli animali.
Il messaggio filosofico risalente al IV secolo a.C. è estremamente attuale
In relazione alle preziose parole, rivolte ai giovani, di Paolo Borsellino. Nella sua testimonianza civica del 14 ottobre 1992, il magistrato italiano lamenta la mancanza di quel vitale senso di identità comune, tramandatoci dai Greci, a Palermo, la sua città natale.
L’appello di Borsellino alle nuove generazioni
Dunque, alla luce dei mutamenti sociali che hanno caratterizzato la Sicilia, Paolo Borsellino rivolge un appello alle nuove generazioni. Citando dal testo: “Allorché mi si domanda qual è il mio atteggiamento, se cioè ci sono motivi di speranza nei confronti del futuro, io mi dichiaro sempre ottimista”.
Ma l’ottimismo di Borsellino non è ingenuo; al contrario, è estremamente consapevole e maturato nella conoscenza diretta del male. Risuona in questa forza morale l’eco di una delle voci più importanti del Novecento italiano, quella di Primo Levi.
Il testimone della Shoah e il magistrato condividono la decisione etica di aver guardato negli occhi il dolore e di avere comunque scelto di credere in un futuro migliore, il primo attraverso la solidarietà, il secondo attraverso i giovani.
Il dovere morale del cittadino
Di fronte a tali testimonianze storiche, un cittadino, in particolare uno studente, è tenuto a esercitare un dovere morale e civico: semplicemente pensare. Esercitare la propria mente esprimendo un giudizio significa compiere una scelta consapevole.
La storia insegna che il male non trionfa solo per la forza con cui si impone, ma per l’indifferenza di chi assiste in silenzio. Dunque, pensare non è mai un atto neutro, ma è un atto di libertà e di coscienza.
È necessario per queste ragioni riappropriarsi del pensiero critico, del “logos” aristotelico, per salvaguardare la cultura del dubbio e del confronto e per distinguere il giusto dall’ingiusto, al fine di ricostruire la perduta appartenenza, la propria “polis”.
L’importanza della memoria e della cultura
Da questo, l’importanza di conoscere la filosofia e la letteratura, di praticare l’educazione civica e di tutelare la memoria. Perché, a distanza di anni, Paolo Borsellino, un uomo che ha dedicato carriera e vita al tentativo di risvegliare e tutelare una mente comunitaria, provoca ancora un brivido, attraverso la carta, con le sue parole, e infonde un coraggio amaro. Amaro, ma contagioso.
