Il presidente turco Recap Erdogan ha accusato Israele di star violando la sovranità della Siria, comportandosi come una "bestia impazzita"
Rispondendo alle domande dei giornalisti dopo una visita ufficiale nella cosiddetta Repubblica turca di Cipro del Nord, il presidente turco Recap Erdogan si è lanciato in una serie di ragionamenti sulle crescenti tensioni in Medio Oriente tra Gaza in fiamme che ancora deve sopportare le bombe di Israele e la Siria che è recentemente finita vittima del medesimo destino, con una chiara escalation di violenza da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che sta causando non pochi malumori internazionali.
Partendo proprio dalla Siria, Erdogan ha innanzitutto lodato il presidente Ahmed al-Sharaa per essere riuscito a mettere assieme sentimenti e posizioni differenti guidando un progetto di unità nazionale che sta dando i suoi primi positivi frutti; rivolgendo poi la sua attenzione – o meglio, ira – nei confronti di Israele, accusandolo di “star ostacolando questo progetto di unità” che sta raccogliendo l’interesse di tutti gli attori regionali e di voler “occupare la regione usando [il conflitto con i Drusi] come pretesto”.

Dal conto di Erdogan, infatti, è chiaro che “Israele non vuole la stabilità nella regione”, ritenendo che “una Siria unita che non gli faccia bene”; mentre dal conto suo ha precisato che “non lasceremo Ahmed al-Sharaa da solo [perché] non vogliamo una Siria frammentata”, sottolineando che “la ripresa siriana” è considerata “uno sviluppo positivo anche per il nostro paese” ed è proprio per questa ragione che avrebbe dato il via libera “al rientro volontario dei siriani che si trovano nel nostro paese”.
Recap Erdogan: “Continueremo a sostenere Gaza, e se Dio lo vorrà Israele sarà vittima delle sue ambizioni”
Passando dalla Siria alla vicina Gaza, il presidente turco Erdogan ha spiegato ai giornalisti che dal suo punto di vista “la popolazione palestinese non si arrenderà” neppure a fronte di Netanyahu che “sta attaccando ovunque come una bestia impazzita” e che – auspica invocando addirittura “Dio” – finirà per “cadere vittima delle sue ambizioni“; il tutto con la promessa che – esattamente come per i siriani – “continueremo a stare al fianco di Gaza”.
Allargando il suo sguardo all’interno mondo, d’altronde, Erdogan ha notato che anche chi “ha costantemente sostenuto Israele” ultimamente sta vacillando nelle sue posizioni e spingendo sempre di più per “un cessate il fuoco”: in tal senso a suo avviso è importante garantire ad Hamas l’assicurazione che “se verrà raggiunto un cessate il fuoco di 60 giorni, Israele dovrà impegnarsi a mantenerlo anche dopo la consegna degli ostaggi“; anche a costo di farlo in modo “coercitivo”.
