Alcuni studenti del centro di aiuto allo studio non volevano interrompere la bellezza di una vita che, durante la scuola, aveva dato loro tanto
Amina era stata promossa a pieni voti come sua sorella Sara, però volevano continuare il rapporto che era iniziato durante l’anno con alcuni volontari del centro di aiuto allo studio e con altri ragazzi e ragazze con cui si erano trovati bene a scuola, a loro agio.
Un giorno di fine luglio Amina e Sara erano andate al centro, dove avevano trovato Giuliana, e le avevano parlato di quel loro desiderio di rompere la calura estiva con la freschezza della loro amicizia.
Così Giuliana, dopo averle ascoltate, aveva proposto loro di fare una camminata fino al Ticino. Avrebbero potuto camminare libere all’aria aperta e gustare la natura, la bellezza della campagna e sulla spiaggia del Ticino avrebbero potuto fare merenda.
Le ragazze, entusiaste della proposta, lo avevano proposto alle amiche e la domenica pomeriggio si erano ritrovate sul canale di cui dovevano percorrere la strada che ne seguiva il corso per arrivare al Ticino. Era una giornata calda, ma sul volto di ragazze e ragazzi e su quello dei volontari vi era impressa una gioia intensa e quanto mai vivace.
Si erano messi in cammino e parlavano tra loro della scuola da poco finita e della prospettiva delle vacanze. Qualcuno doveva purtroppo soffermarsi sulle materie da recuperare. Ma le diverse situazioni non diminuivano ciò che rendeva tutti lieti quel giorno.
Omar aveva chiesto a Giuliana come mai quel desiderio di ritrovarsi e di fare qualcosa insieme. A quel punto Giuliana lo aveva guardato e lo aveva rimandato da Amina e Sara. “Sono loro le colpevoli” aveva detto Giuliana “non volevano che il nostro rapporto si interrompesse e riprendesse a settembre!”
Omar, colpito e incuriosito, si era avvicinato ad Amina e le aveva chiesto cosa le fosse venuto in mente.
“Perché?” aveva risposto Amina credendo che la sua fosse un’obiezione “Con questo caldo la ritieni una pazzia?”
“Sì, è una pazzia” aveva controbattuto Omar “una felice pazzia! Tu e Sara, mi hanno detto che siete responsabili! Vero?”
“Sì, è così” e Amina si era messa sempre più sulla difensiva.
“Cosa hai capito? Io vi voglio ringraziare, avete colto il mio stesso desiderio, anch’io voglio che quest’amicizia continui. Ci tengo tanto e meno male che mentre io penso c’è qualcuno come voi che prende l’iniziativa.”
“Ci siamo!” gli aveva risposto Amina, commossa perché quello che sentiva Omar era quello che sentiva anche lei.
Il Ticino in quel punto aveva poca acqua. I ragazzi e le ragazze dopo la lunga camminata si erano distesi sulla spiaggia, alcuni erano scesi in acqua.
Sara aveva portato una sua nuova amica, Romina, a cui aveva presentato i suoi amici e le sue amiche. Quando era arrivata al fiume, che vedeva per la prima volta, si era stretta nelle sue fragili spalle e aveva detto semplicemente “Che bello!”.
Poi anche lei si era sdraiata per terra e aveva detto a Sara “è bello tutto qui, si sente un’aria fresca nel caldo asfissiante.” E dopo un po’ di silenzio: “È che io mi sento voluta bene dalle ragazze a cui mi hai presentato.”
“Romina” aveva allora detto Sara “è una banale gitarella al Ticino, eppure tu hai trovato ciò che trovo sempre in questa amicizia, uno sguardo a me che mi fa sentire importante. Io ho bisogno di questo sguardo, per questo dobbiamo continuare a trovarci anche in estate.”
Omar era lì vicino e annuiva “sì un’amicizia vera continua sempre, è proprio come i rivoli di questo fiume, che non si fermano.”
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