Pandemia Covid, dai verbali della Commissione di inchiesta emerge che il governo decise lockdown sulla base di modelli matematici statistici
Durante la pandemia da Covid, il governo si affidò alle previsioni di un matematico per decidere sulle chiusure e sul lockdown in attesa della disponibilità del vaccino. Nei verbali desecretati, relativi alla Commissione nell’ambito dell‘inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria, pubblicati dal quotidiano La Verità, dalle risposte alle domande del senatore della Lega Claudio Borghi emerge che all’interno della Task Force di esperti, istituita proprio per stabilire il piano d’azione anti contagi, figurava anche Stefano Merler, della fondazione Kessler, dalla quale venivano prese le analisi e i pronostici per poi fare importanti scelte che coinvolgevano la popolazione.
Il problema però è che Merler, a differenza degli altri membri del Cts non è un medico nè un epidiemiologo, ma uno studioso laureato in matematica che lavora su modelli scientifici e statistici applicandoli alla medicina. Il giornale quindi ha evidenziato che, senza entrare nel merito professionale indubbiamente riconosciuto, una semplice raccolta di dati non poteva essere sufficiente ad imporre misure drastiche sulla base di scenari ipotetici.

Il matematico Stefano Merler stabilì efficacia lockdown per ridurre contagi Covid sulla base di previsioni statistiche
Il lockdown per contenere l’epidemia da Covid fu deciso dal governo sulla base di statistiche, dati e previsioni fatte da un matematico. L’esperto Stefano Merler, inserito tra gli autorevoli scienziati e medici che facevano parte della Task Force per la gestione della pandemia. Lo stesso esperto si era espresso varie volte pubblicamente in merito ai modelli dai quali poi ipotizzava le possibili situazioni future, influenzando le decisioni, come in una intervista rilasciata al Giornale Trentino nel 2020, nella quale sosteneva che in attesa del vaccino il virus era contenibile, anticipando la fine dei contagi dovuti all’efficacia delle chiusure.
Una misura sulla quale ancora però prevale lo scetticismo perchè diversi studi hanno già evidenziato che avrebbe provocato più danno che benefici. Specialmente sulla salute mentale delle persone, peggiorata con l’isolamento sociale ma anche sull’economia. Sempre nello stesso anno Merler aveva pubblicato una ricerca che doveva dimostrare la validità del vaccino, stimando il ritorno alla normalità solo quando il 90% dei cittadini, compresi bambini sopra i 5 anni fosse stato immunizzato con preparati a Mrna, in tutto ciò però mancava un dato fondamentale, cioè la controparte verificata per fare il confronto dello scenario con coloro che non avevano ricevuto la dose.
