La mostra "Profezie per la pace" è stata ideata e realizzata da un gruppo di studenti di GS. Se ne parlerà oggi al Meeting di Rimini
Questa mostra ha una data precisa e un luogo determinato d’origine: 15 ottobre 2022, Piazza San Pietro, Roma. In quell’occasione papa Francesco aveva convocato il movimento di Comunione e Liberazione in occasione del Centenario della nascita di don Giussani. Al termine dell’incontro così concluse il suo discorso: “Per concludere vorrei chiedervi un aiuto concreto per oggi, per questo tempo. Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace – Cristo, Signore della pace!”.
In piazza San Pietro c’ero anche io. “Non si può”, pensai, “non rispondere seriamente a questo invito del papa. Non si può eluderlo. Sarebbe bello portare nelle scuole cosa significa la pace per noi cristiani”.
E così iniziò l’avventura della mostra, con la prospettiva di fare un lavoro che coinvolgesse tutti i ragazzi di Gioventù Studentesca per il Meeting in modo da portare poi la mostra nelle scuole d’Italia.
Ci siamo messi così a cercare cosa dice la Chiesa. Abbiamo approfondito cosa dice il nostro carisma, andando alla ricerca di testi di don Giussani sulla pace. Nella sua prospettiva la cosa più entusiasmante e realmente “scandalosa” è che la dimensione personale non è mai separata o messa in antitesi con la dimensione comunitaria e, quindi, sociale: “le forze che muovono la storia sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo”.
Infine, decisamente importante, è stato il suggerimento di papa Francesco, contenuto nell’enciclica Fratelli tutti, di andare alla ricerca di testimoni: “Non fermiamoci su discussioni teoriche, prendiamo contatto con le ferite, tocchiamo la carne di chi subisce i danni. […] Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà coi loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto”.
Così, siamo andati alla ricerca di persone che, dentro il dramma della guerra, conflitti e tensioni di varia natura presenti in molti paesi del mondo, costruiscono la pace. Sono quelli che il cardinale Pizzaballa ha definito “i risorti di oggi”: “persone che spendono la propria vita per qualcosa di bello: sono i risorti di oggi che ti dicono che c’è ancora luce”.

Le storie che la mostra presenta hanno per protagonisti persone normali, ma che, sorretti da una fede semplice e lieta o da un forte senso di religiosità, fanno qualcosa che ai nostri occhi appare eccezionale: con tenacia portano pace e speranza laddove tutto direbbe il contrario, costruendo, nel loro quotidiano, strade e luoghi di pace.
Queste persone ci hanno fatto capire che la profezia per la pace è guardare e vivere la realtà consapevoli di una forza che viene dall’alto e che ha già vinto quella realtà drammatica: “Il profeta non è chi prevede il futuro” ci diceva il cardinal Pizzaballa, “ma chi sa interpretare la realtà attuale che vive alla luce della fede in Dio”.
Tutto questo lavoro di conoscenza, scoperta e rapporti di amicizia è stato sviluppato da settembre 2024 da un gruppo di circa cento ragazzi di Gioventù Studentesca e alcuni adulti professori che hanno studiato i contesti di conflitto per dare nomi, luoghi, contenuti alla “guerra mondiale a pezzi”, come diceva sempre papa Francesco (es. Myanmar, Yemen, Sud Sudan, Colombia, Haiti).
Ma partecipare alla mostra ha voluto anche dire implicarsi in un’amicizia, in un rapporto nuovo tra di noi (tra noi adulti, tra noi e i ragazzi, tra comunità che non si conoscevano prima: da Torino a Milano, da Bergamo alla Sardegna e alla Sicilia, dalla Brianza a Udine, Modena e Bologna).
Come la guerra è data da quello che la Bibbia chiama idolo, cioè mettere al centro del proprio criterio se stessi, un proprio particolare che diventa totalizzante, così la pace è favorita dal riconoscimento del mistero, ci insegna don Giussani. La mostra vuole essere proprio questo annuncio: la pace è un dono da condividere che nasce dalla certezza di aver incontrato il significato del mondo, Chi è più forte del male, il Mistero fatto uomo, Cristo risorto.
La mostra sarà al centro dell’incontro di oggi al Meeting di Rimini dal titolo “Pace è… perdono”. Ne parleranno Matteo Severgnini, rettore della Scuola “Regina Mundi” di Milano, Cristina Zeni, docente di lettere del Liceo Einstein di Torino e studenti di Gioventù Studentesca di Bergamo e Bologna.
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