Un contribuente può sanare un errore in dichiarazione dei redditi a patto di seguire la procedura in modo corretto.
Se ci si accorge di aver commesso un errore in dichiarazione dei redditi, il fisco concede l’opportunità al contribuente di poter apportare delle rettifiche in maniera tempestiva. Le soluzioni per farlo sono molteplici, sia rivolgendo al CAF di fiducia che poterlo fare autonomamente.
In verità il termine ultimo per revocare il modello reddituale 730/2025 già trasmesso anticipatamente è scaduto il 20 giugno, mentre la scadenza per modificare l’F24 qualche giorno dopo (il 26 giugno). Resta comunque in vigore – entro il 15 ottobre di quest’anno – la possibilità di annullare l’F24.
Come sanare un errore in dichiarazione dei redditi

Per sanare una omissione di dati o un errore nella dichiarazione dei redditi è estremamente importante accedere al portale del fisco con lo stesso account utilizzato per trasmettere la pratica telematica e leggere lo status dell’istanza, che dovrebbe apparire “elaborato“.
Qualora invece siano state emesse delle correzioni al 730 o aggiunto un documento reddituale, allora occorrerà far click su “ripristina” e attendere la cancellazione dei dati (con annessa eliminazione automatica dell’F24).
Il modello reddituale correttivo
Dal momento in cui non è possibile integrare alcun documento di supporto rispetto ai dati (seppur sbagliati), presenti nel 730 precompilato, nel caso si volesse dare una comunicazione differente, sarà possibile farlo con il modello dei redditi correttivo o anche noto come “aggiuntivo“.
Indipendentemente dal modello selezionato la data di scadenza è prevista al 31 ottobre di quest’anno, badando sempre alla possibilità di poter annullare il precedente invio. Viceversa, queste sono le uniche soluzioni per poter sanare le incongruenze o omissioni commesse.
Rimborso o restituzione immediata
A fronte delle variazioni e gli aggiornamenti riportati, potrebbe evincere o un debito superiore rispetto a quello precedentemente stabilito, oppure un credito altrettanto più alto o basso.
In entrambi i casi la risoluzione dev’essere immediata. Infatti se il fisco dovesse ricevere più soldi rispetto a quelli ricavati, il contribuente dovrà provvedere alla restituzione immediata, tenendo conto di eventuali interessi che maturano quotidianamente.
Naturalmente nel caso opposto, sarà l’amministrazione a provvedere a rimborsare le somme realmente spettanti alla persona fisica.
