Netflix ha rimesso in catalogo "Una mamma per amica", serie tv che ha avuto molto successo una ventina di anni fa
A 25 anni dalla prima messa in onda, Gilmore Girls (conosciuta in Italia con il titolo Una mamma per amica) continua a essere una delle serie più amate e discusse, tanto che la recente reunion di Lauren Graham e Alexis Bledel agli Emmy ha riportato la coppia madre-figlia più famosa della tv americana sotto i riflettori.
Il loro abbraccio sul palco, accolto con una standing ovation, ha riacceso la nostalgia dei fan, ma anche alcune critiche: c’è chi ha ricordato come la settima stagione fosse stata segnata dall’uscita di scena della creatrice Amy Sherman-Palladino, portando a una chiusura giudicata meno brillante rispetto alle precedenti.
La forza della serie Una mamma per amica resta comunque nel modo come sono descritte le due donne protagoniste, così reali e così legate alla vita di tutti i giorni da diventare un simbolo per ogni donna moderna occidentale, insomma non quella destinata a stare su una copertina, ma quella con cui identificarsi, riconoscersi, innamorarsi.
Lauren Graham, nei panni di Lorelai Gilmor, è un personaggio frizzante, indipendente, con un senso dell’umorismo tagliente e un cuore grande. Un ruolo che l’ha resa cosi popolare che ancora oggi viene ritenuta l’emblema della giovane madre single, fiera delle sue scelte, con quel suo modo di parlare a raffica e di sfidare con leggerezza ogni convenzione sociale. Dopo Una mamma per amica, Graham ha avuto una carriera importante, da Parenthood fino alla scrittura di romanzi di successo, ma è rimasta sempre in qualche modo “prigioniera” del suo personaggio di successo.
Alexis Bledel, invece, ha legato la sua immagine a Rory Gilmore, la figlia perfetta, prima studentessa modello e aspirante giornalista, poi crescendo – stagione dopo stagione – donna combattiva come la madre, spesso indecisa su cosa fare da grande, sempre dubbiosa tra scelte di vita, amori e obiettivi professionali. Dopo la partecipazione in Una mamma per amica ha trovato un nuovo ruolo di successo con The Handmaid’s Tale, che le è valso premi e riconoscimenti.

Tra le due donne si era instaurato un rapporto reale di amicizia che forse ha dato alla serie quel “qualcosa in più” che però oggi, a dire della stessa Graham, “è svanito con il tempo e non ha senso riproporre solo per appagare i milioni di fan”. Ancora oggi Gilmore Girls è una delle serie più viste (oltre 550 milioni di ore di visualizzazioni) al punto tale che Netflix l’ha dovuta reinserita da poco nel suo catalogo.
Il fascino di Una mamma per amica, però, non si regge solo sulla coppia centrale. I nonni materni Richard e Emily Gilmore (interpretati dal compianto Edward Herrmann e dalla straordinaria Kelly Bishop) hanno incarnato il peso della famiglia e della tradizione, con la loro severità e al tempo stesso un modo antico di dare amore.
Luke Danes (Scott Patterson) con la sua burbera dolcezza, il cappellino e il grembiule dietro al bancone del suo diner, è diventato l’uomo ideale che non sapeva di esserlo. La chef e amica del cuore Sookie (Melissa McCarthy), allora ancora lontana dalla fama hollywoodiana, era la spalla comica e affettuosa, e Kirk (Sean Gunn) con i suoi lavori improbabili ha dato colore surreale alla cittadina di Star Hollow.
Ma anche i giovani fidanzatini di Rory sono personaggi “reali”, nel senso che prima o poi ragazzi così capitano in tutte le famiglie che dispongono di un’adolescente: il tenero Dean, che poi si trasforma in un uomo “normale”, al punto che si sposa alla prima occasione dopo averla lasciata e che pensa di poter trattare Rory come un’amante, Jess affascinante e inaffidabile, e infine Logan, il figlio di buona famiglia, ricco e brillante, conosciuto a Yale (e se no, dove?).
Molti dei personaggi minori – l’amica coreana Lane con la sua band, la simpatica e nevrotica Paris con la sua feroce ambizione, persino Miss Patty e Babette con i loro continui pettegolezzi – hanno contribuito a creare quell’universo così riconoscibile e accogliente al punto di sentirsi sempre a casa propria. Ed è qui che sta la vera magia della serie: nella costruzione di Stars Hollow, la cittadina immaginaria del Connecticut che sembra sospesa nel tempo, un microcosmo dove la vita scorre tra festival improbabili, strambe tradizioni e chiacchiere infinite al bar di Luke, sembra davvero un posto reale, l’angolo di casa, il pezzetto di quartiere dove capita di viverci.
Riguardando oggi Una mamma per amica si colgono inevitabilmente i segni dell’età e non tutte le storie raccontate reggono alla prova del tempo, ma resta davvero intatta la sua capacità di unire una brillante ironia, dialoghi rapidi e un mondo narrativo rassicurante e vi assicuro che resta efficace e divertente.
Accende un pizzico di nostalgia, però, perché ci si chiede dove è finita oggi quell’America che abbiamo tanto amato. Forse per questo, dopo 25 anni, basta varcare la porta del diner di Luke e ordinare due caffè per sentirsi di nuovo a casa, nell’unico posto dove vorremmo essere adesso.
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