Prosegue lo scontro tra governo e Bce sulla questione oro Bankitalia, Lagarde ribadisce la contrarietà al provvedimento nonostante le modifiche
Oro Bankitalia, bocciato anche il secondo emendamento, modificato rispetto al primo che prevedeva di trasferire le riserve auree allo Stato Italiano, con una diversa dicitura che menzionava soltanto il “Popolo“. La Bce non ha ammesso il nuovo provvedimento, giudicandolo poco chiaro ed invitando l’Italia a riconsiderare la finalità della misura, nonostante come confermano molti giornali, il testo sia di fatto corretto, visto che la Banca centrale non possiede i beni ma li gestisce unicamente per conto ed interesse del popolo italiano.
La questione sulla quale si è concentrata la presidente Lagarde ha riguardato nello specifico non tanto la gestione ma il rischio di una possibile perdita dell’autonomia degli Istituti, sui quali l’istituzione europea può mantenere la propria influenza come prevede il trattato. Come sottolineato dal quotidiano La Verità, si tratta di un tema importante perchè il nostro paese detiene uno dei più importanti asset in oro, pari a 2452 tonnellate, di gran lunga superiore a quello in possesso dell’ente monetario Ue che invece ammonta a 507.

Emendamento oro Bankitalia, respinta anche la modifica, Bce: “Banche Centrali mantengano indipendenza di gestione”
L’allarmismo della Bce sulla possibilità di trasferire la gestione dell’oro Bankitalia, con l’emendamento che sottolinea come gli stessi beni siano di proprietà del popolo italiano, deriva dal rischio, evidenziato da Christine Lagarde di perdere potere sull’Istituto centrale, sul quale ha voce in capitolo anche per quanto riguarda le riserve auree. La Verità ha infatti ricordato come, nel mandato si preveda proprio un diritto ad intervenire nelle scelte, nonostante già in altre occasioni alcuni paesi abbiano deciso di utilizzare gli asset per metterli a disposizione dello Stato, come accaduto in Francia 15 anni fa.
La questione prosegue anche sul piano politico nazionale, mentre Fratelli d’Italia non arretra sull’ipotesi di riproporre il provvedimento, il senatore Borghi, in qualità di relatore della Legge di Bilancio ha dichiarato che l’intenzione è quella di riproporre al Mef il testo del 2019, che aveva ottenuto il parere favorevole della Banca Centrale Europea. Tuttavia la presidente Lagarde aveva già anticipato che la Bce era contraria anche all’epoca, perchè invocando il trattato, ha precisato che non può essere messa in discussione l’indipendenza di Bankitalia.
