Notte di tensioni in Val Susa dopo l'ennesimo assalto No Tav ai cantieri di San Didero: usate bombe carta e sassi da 5 kg contro la polizia
Quella tra ieri e oggi è stata nuovamente una nottata di scontri in Val Susa, teatro dell’ormai annuale mobilitazione dei No Tav contro i cantieri di San Didero che è sfociata – come sempre accade – in violenti scontri tra i manifestanti e le Forze dell’Ordine chiamate a difendere il sito di costruzione: scontri che sono durati circa una mezz’oretta e che sembrano anticipare la più ampia mobilitazione attesa per la giornata di oggi, quando i No Tav partiranno (attorno alle 13:00) in gruppo da Venaus per raggiungere il comune di San Giuliano di Susa.
La mobilitazione dei No Tav, in realtà, era già partita nella serata di sabato con un’iniziale protesta che si era aperta e conclusa senza grandi problemi, ma che aveva spinto i sindaci della Val Susa a emanare ordinanze per impedire il transito delle persone attraverso le aree boschive: decreti che – com’è facile immaginare – non hanno bloccato i manifestanti, che attraverso il sentiero dei Mulini hanno raggiunto (appunto, ieri sera) il cantiere di San Didero.
Dopo l’iniziale “battitura” delle inferriate che proteggono il cantiere, però, la tensione è rapidamente salita nel momento in cui i manifestanti No Tav hanno lanciato petardi, sassi e bombe carta contro gli agenti in tenuta antisommossa: questi, ovviamente, hanno risposto con i consueti lacrimogeni e con gli idranti e dopo una mezz’oretta la folla composta da un centinaio di antagonisti è stata dispersa e la quiete è tornata nella vallata di Susa.
L’appello del sindacato FSP: “Servono i proiettili di gomma per respingere i No Tav, sempre più armati e preparati alla guerriglia”
A riportare il bilancio della nottata di scontri con i No Tav è stato il sindacato FSP nella persona di Luca Pantanella che ha parlato di un agente “ferito al volto”, fortunatamente in modo lieve: secondo Pantanella, infatti, gli antagonisti sono arrivati nel cantiere “ben armati”, portando con sé “bombe carta con bulloni e chiodi” e pesanti “pietre [da] 5 kg” che sono state scagliate contro gli agenti con “rudimentali catapulte” create direttamente in loco.

L’obbiettivo dei No Tav – secondo Pantanella – è quello di “uccidere i poliziotti” per il semplice fatto che “rappresentano lo Stato” ed è ormai evidente che gli “attuali mezzi” in dotazione alle Forze dell’Ordine non sono più sufficienti per contenere la minaccia degli antagonisti: secondo il segretario della sigla FSP, infatti, è necessario dare il via libera all’uso dei “proiettili di gomma” per evitare che gli agenti diventino veri e propri “bersagli” di una guerriglia che rischiano di perdere.
