I rischi per la salute dei nostri adolescenti

L’Italia ha buoni parametri per attesa di vita e mortalità evitabile, ma per l’OCSE i nostri adolescenti fumano, bevono e assumono droga più degli altri

Anche i dati internazionali più recenti, come ad esempio quelli da poco pubblicati dall’OCSE nel rapporto “Health at a glance 2025”, attestano che dal punto di vista sanitario il nostro Paese gode di ottima salute: l’attesa di vita alla nascita è tra le più lunghe e la mortalità evitabile tra le più basse.



Certo non può lasciare tranquilli che questi buoni segnali purtroppo interessano in modo diverso le regioni italiane, con un nord dove si vive più a lungo e con una mortalità evitabile inferiore, e un sud dove invece c’è più mortalità evitabile e l’attesa di vita è più breve, due iniquità attorno alle quali da tempo (e indipendentemente dal colore dei governanti) non sembra di vedere la dovuta attenzione sia degli organi di governo centrali che di quelli periferici (regioni).



Diversità territoriali a parte è però indubbio che i risultati di attesa di vita, di mortalità complessiva e di mortalità evitabile del nostro paese ci sono invidiati dalla maggior parte delle nazioni che fanno riferimento all’OCSE.

Tutto bene quindi per la nostra salute? La domanda appare evidentemente retorica e la sua stessa formulazione fa venire il sospetto che dietro questo stato di salute complessivo buono si nasconda in realtà qualche magagna: ed infatti, purtroppo, è proprio così. Vediamo perché.

Un capitolo del rapporto dell’OCSE è dedicato alla valutazione dei più importanti fattori individuali di rischio per le malattie non trasmissibili, con uno speciale approfondimento su ciò che è successo negli adolescenti nell’ultimo decennio.



L’abitudine al fumo (di tabacco o di sigaretta elettronica), l’uso di droghe, il consumo di alcol, l’obesità, sono i fattori individuali di rischio che maggiormente contribuiscono alla frequenza di decessi nel mondo, e per questa ragione il rapporto vi ha dedicato una attenzione particolare: ed è proprio tra gli adolescenti del nostro Paese che emergono alcune delle magagne più importanti che meritano di essere segnalate affinché si possano identificare i rimedi e mettere in atto gli opportuni correttivi.

Nell’ultimo decennio la quota di soggetti fumatori (di 15 anni e più) è diminuita in quasi tutte le nazioni, con una riduzione media del 26%. A questo positivo risultato si contrappone però ciò che sta succedendo negli adolescenti: il 15% dei ragazzi/e di 15 anni dichiara di avere fumato nell’ultimo mese, ma questa quota sale al 25% in Ungheria, Italia, Bulgaria e Croazia (si fuma di meno, invece, in Canada, Irlanda, Norvegia e Portogallo: un adolescente ogni dieci).

Ed è anche curioso osservare che, mentre tra gli adulti la prevalenza della abitudine tabagica è molto più elevata negli uomini, negli adolescenti sono le femmine che presentano la percentuale maggiore di soggetti che fumano. Non solo, ma in questa fascia di età è in notevole aumento il consumo di sigarette elettroniche (svapo), arrivato al 20%, e anche per questo tipo di abitudine sono le ragazze (21%) a prevalere sui ragazzi (18%).

L’uso illecito di droghe è una delle maggiori cause di mortalità prevenibile ed è associato con il manifestarsi di molte patologie o condizioni acute e croniche. In media nelle nazioni OCSE il 7% dei quindicenni ha dichiarato di avere consumato cannabis almeno una volta nel mese che ha preceduto la rilevazione del dato, ma questa media è la composizione di nazioni dove i consumatori sono risultati superiori al 10%, come in Canada, Polonia, Italia e Bulgaria, ed altre dove i consumatori sono meno del 5% (Islanda, Portogallo, Danimarca e Romania).

Ambulanza, 118
Ambulanza (Foto: ANSA / Danilo Schiavella)

L’uso di bevande alcoliche è fonte di molti decessi soprattutto tra le persone in età lavorativa. Per questo fattore di rischio nella popolazione maggiore di 15 anni la situazione del nostro Paese è leggermente migliore rispetto alla media OCSE sia per quanto riguarda il numero di litri di alcol consumati da ogni persona in un anno (8 vs 8,5) sia per la percentuale di episodi di forte consumo (binge drinking: 24% vs 27%).

Purtroppo, la situazione cambia se passiamo a considerare gli adolescenti: a fronte di una media OCSE in cui il 60% dei quindicenni dichiara di avere consumato alcol almeno una volta e con il 38% che lo ha consumato nell’ultimo mese, Danimarca (69%), Italia (56%) e Germania (55%) sono risultate le nazioni con le percentuali più elevate di consumo nell’ultimo mese.

Per il nostro Paese, inoltre, preoccupa il fatto che l’abitudine di bere alcol inizia molto presto: il 19% dei ragazzi/e di 13 anni (media OCSE: 15%) e l’8% dei ragazzi/e di 11 anni (media OCSE: 5%).

Non solo in Italia gli adolescenti sono forti consumatori di alcol e iniziano a bere (con frequenza maggiore rispetto alla media delle nazioni OCSE) in età più giovani, ma risultano avere anche episodi di sbronza con frequenza (31%) superiore alla media OCSE (22%), particolarmente nei maschi (35%) ma con valori elevati anche nelle femmine (27%).

Il nostro Paese non brilla per quanto riguarda lo svolgimento di attività fisica quotidiana: a fronte di un 30% di adulti che nelle nazioni OCSE fanno insufficiente attività fisica in Italia la quota sale al 45%, ma se passiamo agli adolescenti la situazione peggiora perché il nostro paese registra la quota più bassa (5%) di quindicenni che fanno almeno un’ora al giorno di attività fisica moderata o intensa (15% la media OCSE).

Nella popolazione italiana adulta la percentuale di persone sovrappeso o obese (maschi: 55%, femmine: 38%) è inferiore rispetto alla media dei Paesi OCSE (maschi: 61%, femmine: 48%): in questo caso anche gli adolescenti presentano frequenze di sovrappeso e obesità che sono leggermente migliori (18%) dei coetanei delle altre nazioni (20%), soprattutto tra le ragazze (11% vs 16%).

Non è certo un bel quadro quello che i dati OCSE riferiti agli adolescenti ci restituiscono per quanto riguarda i fattori di rischio individuali per la salute, cioè i comportamenti non salutari legati alla abitudine tabagica e al fumo elettronico, al consumo illecito di droghe, al consumo di alcol, alla attività fisica ed al sovrappeso ed obesità. Se si escludono obesità e sovrappeso la situazione si presenta particolarmente critica per il nostro Paese che vede questi comportamenti non salutari presenti in maniera decisamente più frequente rispetto ai coetanei di altre nazioni.

Si impone quindi un sostanziale cambio di direzione prima che queste cattive abitudini si trasformino in risultati negativi di salute sotto forma di patologie acute o croniche o addirittura di decessi. È necessario, ad esempio, che i temi della salute e dei comportamenti che la favoriscono entrino formalmente a far parte attiva dei programmi scolastici di educazione e formazione degli adolescenti.

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