Non mancano alcune esperienze in cui le amministrazioni pubbliche erogano servizi del welfare insieme a enti del Terzo settore
La Corte Costituzionale ha in più sentenze sancito la centralità della sussidiarietà orizzontale suggerendo alle amministrazioni pubbliche di erogare i servizi del welfare coprogettandoli e coprogrammandoli con enti del Terzo settore. Pur nella lacunosità di una legislazione che ne derivi e ne faciliti l’attuazione molti dal basso si stanno muovendo in tale direzione per il bene di tutti. L’esempio delle Marche lo testimonia.
Il 24 aprile scorso, nella splendida cornice del Teatro Lauro Rossi, è stato presentato a Macerata il Rapporto sulla sussidiarietà 2023/2024, Sussidiarietà e…welfare territoriale.
La presentazione, promossa dal Comune di Macerata, dalla Scuola di Specializzazione in Diritto sindacale del lavoro e della previdenza dell’Università di Macerata e dalla Fondazione per la Sussidiarietà, è stata pensata come momento conclusivo del percorso delle Scuole di Sussidiarietà, che nel 2023 e 2024 ha coinvolto funzionari degli enti locali, amministratori pubblici e rappresentanti del Terzo settore in un’intensa attività formativa e laboratoriale sui temi della co-programmazione e co-progettazione, innovativi strumenti di amministrazione condivisa.
Dopo la presentazione del Rapporto, il Sottosegretario al Mef Albano con delega all’impresa sociale ha testimoniato l’importanza che il continuo dialogo con la Fondazione per la Sussidiarietà ha nell’impostazione del suo lavoro al Mef, presentando, anche, alcuni progetti, riguardanti la sua delega.
Marco Caldarelli, assessore all’associazionismo del Comune di Macerata, ha evidenziato l’onestà intellettuale del Rapporto, apprezzandone l’assenza di filtri nell’analisi critica della spesa sociale e delle sue ricadute sull’efficacia dell’intervento pubblico. Ha, inoltre, sottolineato come il lavoro si distingua per un approccio analitico che evita qualsiasi forma di autocompiacimento o rappresentazione selettiva dei dati.
In particolare, viene denunciata la tendenza italiana a registrare una crescita della spesa per protezione sociale superiore al ritmo di crescita del Pil, in netta controtendenza rispetto alla media europea. Nel 2022, la spesa per protezione sociale ha raggiunto il 30,5% del Pil, con un incremento di 1,7 punti percentuali rispetto a soli quattro anni prima, ponendo l’Italia al secondo posto in Europa dopo la Francia per incidenza relativa.
Nonostante l’Italia abbia una delle percentuali più elevate di popolazione anziana (24% contro una media Ue del 21,3%), la spesa destinata a questa fascia risulta inferiore rispetto a quella di altri Paesi con una composizione demografica meno squilibrata. Il Rapporto segnala inoltre l’inadeguatezza della distribuzione funzionale della spesa: l’Italia è penultima in Europa per le risorse destinate alla funzione “malattia”, diciannovesima per la disabilità, e ultima per la quota rivolta al sostegno alle famiglie.
L’Assessore ha condiviso la critica del Rapporto al metodo di programmazione finanziaria fondato sulla spesa storica e sull’incremento lineare, che finisce per consolidare squilibri preesistenti anziché correggerli e ha auspicato il passaggio da un approccio reattivo, che risponde alle urgenze, a uno proattivo e sistemico, che consentirebbe una risposta più elastica alle effettive esigenze del Paese.
Il dott. Maurizio Mandolini, già Direttore dell’Unione dei Comuni Le Terre della Marca Senone, ha offerto una lettura del Rapporto alla luce dell’esperienza di associazionismo intercomunale realizzato nella Regione Marche finalizzato alla riorganizzazione degli apparati amministrativi e alla promozione di avvio di percorsi sperimentali condivisi di co-programmazione e co-progettazione. L’idea è quella di considerare il territorio come un ecosistema, cioè l’insieme di organismi che interagiscono in un determinato ambiente con l’obiettivo di costituire un sistema autosufficiente e in equilibrio dinamico.
Il Welfare territoriale diventa, in quest’ottica, la dimensione concreta della sussidiarietà che deve rispondere al quadro di contesto delineato dal Rapporto. Secondo Mandolini, le forme associative vanno viste come laboratori privilegiati per la pratica di questo obiettivo: non sistemi insulari, ma arcipelaghi capaci di costruire una fitta rete di fili invisibili che creano legami, relazioni tra gli individui, trasformando i territori in Comunità di destino.
Date le specifiche competenze, la dott.sa Maria Elena Tartari, Dirigente della Direzione Politiche Sociali della Regione Marche, ha particolarmente apprezzato la parte del Rapporto sui livelli di governo del welfare, le forme innovative di amministrazione condivisa e gli strumenti giuridico-amministrativi per realizzarla, per l’esaustività della ricostruzione offerta, gli importanti spunti operativi sulla co-programmazione e co-progettazione, ma anche per l’ampiezza dell’orizzonte culturale della riflessione.
Molto interessante l’intervento del dott. Simone Bucchi, Presidente CSV Marche (Centro servizi volontariato).che ha presentato un’iniziativa, probabilmente unica nel suo genere in Italia, di collaborazione con la Regione. Per rendere disponibili e allocare al meglio le risorse finanziarie previste dal CTS, CSV, Forum del TS e Regione hanno realizzato un bando aperto alla partecipazione degli enti, che prevede momenti di co-progettazione e in minor misura, almeno per ora, co-programmazione. Inoltre, al CSV è assegnata una funzione di coordinamento e gestione/rendicontazione dei singoli progetti, al fine di sgravare gli enti da incombenze burocratiche, assicurando al contempo la massima trasparenza anche finanziaria.
Si apre una domanda di fondo: è ancora possibile assicurare alle giovani generazioni un welfare come quello che ha caratterizzato e, per ora, caratterizza l’Europa rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo, un welfare fattore indefettibile della democrazia, perché espressivo del valore intangibile della persona?
Occorre allo scopo superare la contrapposizione e/o le reciproche resistenze tra “pubblico” e “privato”, perché solo lo sviluppo di forme di amministrazione condivisa è in grado oggi di sopperire alle carenze umane, strutturali e economiche del sistema di welfare, salvaguardando e rilanciando la dignità dei soggetti tutelati.
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