Più società, più Stato

Ieri al Meeting di Rimini si è tenuto un incontro su un tema importante: il valore dell'iniziativa personale e delle relazioni

Il Presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, ha partecipato ieri a un incontro del Meeting di Rimini dal titolo “Mattone su mattone, la forza dei legami”. Che cosa può ridare fiducia nella costruzione sociale e civile di fronte a tanto scetticismo e disillusione? Qual è il valore dell’iniziativa personale e delle relazioni, in un’epoca che appare sopraffatta da cambiamenti anche tragici?



Innanzitutto vedere che questa costruzione è già in atto. L’incontro è stato quindi pensato come un dialogo sull’esperienza di alcune realtà non profit e di volontariato presenti in diversi luoghi del territorio nazionale che, oltre a offrire importanti servizi di assistenza in vari ambiti, costituiscono delle comunità, dei luoghi di relazione e di condivisione.



Un noto rilievo del filosofo britannico Alasdair MacIntyre, ricordato in più occasioni da don Luigi Giussani, recita: “Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’impero romano […]. Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta”.

Di “minoranze creative”, invece parlò papa Ratzinger durante il viaggio a Praga del 2009, in cui affermò che saranno queste realtà a salvare l’Europa “da tutti coloro che la vogliono rendere vuota, superata, marginale, vulnerabile”.



La forza dei legami tra le persone, dei rapporti continuamente ricercati tra uomini che non smettono di provare a costruire per il bene di tutti, è alla base di una società giusta e della pace, come mostreranno altri incontri in questo Meeting.

La forza dei legami, in grado di mettere a sistema il contributo di tutti, è l’inizio e il criterio per qualunque grande riforma che la politica può attuare per affrontare i problemi delle persone. Ed è la base della sussidiarietà, principio che affonda le sue radici nell’antropologia personalista, e che così possiamo sintetizzare: più persona, più società, più Stato insieme.

Per “fare bene” occorre essere educati ad affrontare disperazione e incertezza esistenziale, acquisire consapevolezza dei propri desideri profondi e dei propri errori, capacità di lavorare con gli altri anche se la pensano diversamente da noi.

Solo da qui, dalla continua tensione a collaborare nascono risposte innovative che contrastano l’attuale impoverimento sociale e civile. Non per niente, economisti di fama mondiale come l’ex Governatore della Banca centrale indiana Raghuram Rajan, ne fanno il terzo pilastro dello sviluppo insieme a Stato e mercato.

Come ha sostenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’evento in cui è stato insignito del primo Premio Sussidiarietà: “La sussidiarietà è, in primo luogo, espressione e garanzia di libertà per le persone e i corpi sociali che concorrono all’interesse generale e che, nella pluralità degli apporti, si adoperano per rigenerare continuamente quei valori di umanità e di corresponsabilità che rappresentano uno dei portati più preziosi del nostro modello sociale, del modello sociale europeo”.

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