Massimo D'Antoni (Milano, 1966) ha conseguito la laurea con lode in discipline economiche e sociali nell'Università L. Bocconi di Milano nel 1991, e il dottorato di ricerca in economia politica nell'Università di Siena nel 1995. Dal 1997 è ricercatore, e dal 2001 professore associato nell'Università di Siena. Tra il 2013 e il 2014 ha interrotto l'attività accademica per ricoprire un incarico presso il ministero dell'Economia e Finanze. Feed Rss
La guerra in Ucraina, e le sue conseguenze economiche, pongono l'Europa di fronte a scelte non facili per quanto riguarda la politica fiscale e monetaria
La riforma dell'Irpef non avvantaggia i redditi più bassi e l'Assegno unico per i figli diventa una misura assistenziale e non un riconoscimento alla famiglia
Per l'Italia tornare alle regole del Patto di stabilità e crescita, perdendo anche il supporto della Bce, sarebbe un durissimo colpo dopo il rimbalzo economico
Difficile che la Conferenza sul futuro dell'Europa possa segnare davvero una svolta nelle politiche dell'Ue, che continua a muoversi con uno schema preciso
C'è una contraddizione nel Recovery fund che svela come sia stato caricato di aspettative eccessive. All'Italia conviene ridurre al minimo la quota di prestiti
Il Recovery fund avrà tempi lunghi. Non si capisce quindi perché il Governo non sfrutti la finestra dei bassi tassi di interesse per finanziarsi sul mercato
Previsioni economiche d'inverno della Ue: Italia (+0,3%) fanalino di coda. Per crescere servirebbe molto di più che il taglio del cuneo e la riforma Irpef
Il “commissariamento” del commissario Gentiloni significa che la Ue non si fida dell’Italia. E sperare troppo nella flessibilità europea è un’illusione
All’austerity non ci crede più neppure la Commissione e il clima in Italia non tollererebbe manovre lacrime e sangue. Giusto dare più spazio alle politiche fiscali
L'uscita dal Governo di Savona potrebbe essere il segnale del prevalere di una posizione più morbida verso la Ue. Ma in questo momento più che l'Italia isolata è l'Europa a essere debole
E' giusto chiedere che la Ue venga incontro alle richieste di un Paese che non ha ancora visto manifestazioni di piazza come in Francia. Ma il malcontento serpeggia