3.462 cristiani uccisi in 200 giorni in Nigeria/ Boko Haram: “Pulizia religiosa”

- Alessandro Nidi

Cristiani uccisi da Boko Haram in Nigeria: numeri in drammatico aumento. Chiese bruciate, sacerdoti costretti ad abbandonare le parrocchie

attentato_boko_haram_nigeria_terrorismo_bomba_moschea_mercato_lapresse_2017 Un attentato in Nigeria, foto LaPresse

La “pulizia religiosa” di Boko Haram, in Nigeria, continua a colpire i cittadini cristiani, con numeri spaventosamente al rialzo, se confrontati con quelli registrati appena dodici mesi fa. Nei primi 200 giorni del 2021, infatti, le violenze islamiche contro individui, chiese, villaggi e fattorie si sono susseguite senza soluzione di continuità, come rivelano le statistiche, che parlano di 3.462 fedeli uccisi, appena 68 in meno rispetto al totale di cristiani assassinati in tutto il 2020 (3.530), con 300 chiese distrutte e bruciate dal mese di gennaio ad oggi e con circa dieci sacerdoti morti per mano dei jihadisti.

Come rivela un’inchiesta condotta dalla testata giornalistica “Il Foglio”, il Comitato internazionale sulla Nigeria, in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per la costruzione della pace e la giustizia sociale, ha appena pubblicato un rapporto devastante sulla persecuzione religiosa nella nazione africana, in cui viene svelato che, dal 1° gennaio 2000 al 31 gennaio 2020, “le vittime nigeriane sono state costrette a convertirsi all’Islam o rischiano di essere uccise, violentate o sottoposte a raccapriccianti atti di tortura”.

CRISTIANI UCCISI IN NIGERIA DA BOKO HARAM: SCHIAVITÙ E CONVERSIONI

Le testate giornalistiche “Libération” e “Newsweek” hanno riportato la testimonianza di una ragazza cresciuta nella città di Chibok, nella parte settentrionale della Nigeria e rapita dal gruppo terroristico Boko Haram insieme ad altre 275 giovani cristiane mentre si trovavano a scuola nel 2014: “Hanno bruciato l’intero edificio e ci hanno portato via. Ero felice che gli studenti maschi non fossero a scuola, perché Boko Haram uccide tutti gli uomini. Mentre ero nel loro camion, ho pensato: ‘Se non salto fuori, non so cosa mi faranno’. Anche se morissi, ho pensato, almeno qualcuno riuscirà a trovare il mio cadavere. Ho deciso che sarebbe stato meglio se i miei genitori avessero trovato il mio corpo esanime, piuttosto che sapere che ero stata violentata e ridotta in schiavitù per tutta la vita. Non avevamo commesso nessun crimine”.

In alcune diocesi, peraltro, i sacerdoti hanno dovuto abbandonare le rispettive parrocchie, finite distrutte sotto la cieca follia di Boko Haram. Le comunità sono state saccheggiate e, come detto, il fenomeno della schiavitù femminile dilaga, anche in termini sessuali. La Nigeria cristiana ha bisogno di aiuto.





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