8 settembre 1943, armistizio di Badoglio/ Il proclama alla radio che illuse l’Italia

- Chiara Ferrara

L'8 settembre del 1943 venne proclamato l'armistizio di Cassibile: l'annuncio di Pietro Badoglio gettò l'Italia nel caos

Badoglio 8 settembre 1943 Pietro Badoglio, 8 marzo 1943 (LaPresse)

L’8 settembre del 1943 venne annunciato l’armistizio di Cassibile tra il generale Giuseppe Castellano, incaricato da Pietro Badoglio – che era stato nominato capo del Governo dal re Vittorio Emanuele III dopo che Benito Mussolini era stato deposto –, ed il suo pari grado americano Dwight Eisenhower. In realtà, l’accordo era stato siglato segretamente cinque giorni prima.

Il proclama, dato alla radio, avrebbe dovuto segnare la fine di un dramma, ma in realtà mandò allo sbando l’Italia. Il Nord restò prigioniero nelle mani dei tedeschi, mentre il Sud fu consegnato agli angloamericano. Il messaggio, infatti, era ambiguo ed in molti credettero che la guerra fosse finita. Il capo del Governo Pietro Badoglio sperava che le forze armate statunitensi avrebbero guidato un attacco contro i tedeschi, ma ciò non avvenne. I militari italiani furono dunque disarmati e suddivisi in gruppi. Coloro che non accettavano di combattere a favore dei tedeschi – oltre 800 mila – venivano mandati nei campi di internamento in Germania come prigionieri di guerra, mentre coloro che si schieravano con le forze partigiane venivano fucilati. I vertici politici del Paese abbandonarono le rispettive postazioni. All’alba del 9 settembre Roma era città aperta. Alla popolazione non andò meglio. La guerra diventò civile e durò per più di un anno. Soltanto il 25 aprile 1945 si concluse con la liberazione ad opera dei partigiani delle città di Milano e Torino.

8 settembre 1943, armistizio di Badoglio: il proclama ambiguo

A gettare l’Italia nel caos, l’8 settembre 1943, fu il proclama dell’armistizio di Pietro Badoglio. Un messaggio volutamente ambiguo, che venne diffuso alle 19:45 ai microfoni dell’Eiar, ovvero l’antesignana della Rai.

“Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta”. Infine, il passaggio maggiormente soggetto ad interpretazioni. “Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Così il Paese si divise in due.







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