“E’ un giorno molto triste ma continuerò a combattere”. Così ha scritto su twitter, Heidi Crowter, 26 anni, una donna inglese sposata con la sindrome di Down. Heidi ha perso infatti la battaglia legale portata avanti fino all’Alta corte inglese contro la legge che permette l’aborto fino alla nascita un feto definito portatore di “handicap” includendo in questa categoria anche chi ha la sindrome di Down. Heidi contestava la legge che è in vigore in Inghilterra, Galles e Scozia perché “non rispetta la mia vita e me come essere umano” intendendo chiaramente che avrebbe potuto essere stata abortita, invece di vivere la vita che ha, difficoltosa certamente, ma non inferiore a qualunque essere umano. L’Alta corte inglese invece ha respinto il caso sentenziando che la legge, intesa per trovare un giusto compromesso, dicono, tra diritti del nascituro e delle donne.
Diritti del nascituro, è ovvio, intesi che è meglio per lui morire che vivere una vita da “handicappato” secondo la mentalità corrente. Secondo l’attuale legislazione per Inghilterra, Galles e Scozia, vi è un limite di 24 settimane per l’aborto, a meno che “non vi sia un rischio sostanziale che se il bambino fosse nato soffrirebbe di anomalie fisiche o mentali tali da essere gravemente handicappato”, che include la sindrome di Down.
ABORTO, DOWN DISCRIMINATI DALLA LEGGE
La donna ha commentato: “I giudici potrebbero non pensare che mi discrimini, il governo potrebbe non pensare che mi discrimini, ma io dico che mi sento discriminata”. In altri suoi commenti, la donna aveva detto coraggiosamente che sua intenzione era sfidare la percezione comune della gente a proposito della sindrome di Down, in modo che si arrivi finalmente a considerarli “persone normali”. Nel mondo infatti chi soffre di questa sindrome e viene identificato quando ancora nel grembo materno, viene sempre di più abortito, tanto che ci sono paesi come l’Islanda che non vedono più la presenza di Down. Nel Regno Unito, il 90% dei bambini non ancora nati e diagnosticati con la sindrome viene abortito, un dato che ha impressionato Heidi e l’ha fatta decidere di condurre la sua battaglia. “Bisognerebbe vedere le persone dietro i cromosomi” ha detto, “viviamo una vita meravigliosa” ha aggiunto, lei che si è sposata con un ragazzo anche lui Down.
I genitori di Heidi Crowter hanno scoperto che la figlia era Down solo dopo la nascita, diagnosticata con leucemia, polmonite, insufficienza renale e ha dovuto subire un intervento chirurgico a cuore aperto dopo la sua nascita. “Avevo un buco nel cuore, ho persino smesso di respirare”, dice. È stata attaccata a un respiratore, ma non prima di aver dato ai medici un enorme sorriso raggiante racconta la madre. La legge in questione, come sempre quando si tratta di aborto, da ogni priorità alla donna, alla madre e per quanto sentenziato, viene riconfermata, senza nessun rispetto per il nascituro.