La scelta di Achille Lauro di vestire i panni della Marchesa Casati per la sua nuova esibizione al Festival di Sanremo 2020 non è stata affatto casuale. Del resto non c’è nulla di casuale nelle scelte del giovane cantante. Ha scelto la Divina Marchesa Luisa Casati Stampa con la sua vita controversa perché è stato un personaggio di grande rottura e in anticipo sui tempi. Inoltre, si circondava di persone complesse e diverse: frequentava intellettuali dell’epoca, ma anche gente di strada. Istrionica ed eclettica, la Marchesa Casati era una musa inarrivabile, egocentrica ed eccentrica. Era insofferente alle regole, alle convenzioni e ai giudizi, di cui si è sempre fregata, per dirla proprio alla Achille Lauro. Proprio descrivendola si ritrovano aspetti della personalità del giovane artista, che non poteva fare dunque scelta migliore per il suo brano. Se qualcuno temeva che Achille Lauro potesse toppare, si è invece sbagliato di grosso. (agg. di Silvana Palazzo)
DIVINA MARCHESA LUISA CASATI STAMPA ISPIRA LOOK ACHILLE LAURO
Stupisce nuovamente Achille Lauro per la sua terza esibizione al Festival di Sanremo 2020. Dopo San Francesco e David Bowie l’artista romano ha scelto una mise ispirata alla Divina Marchesa Luisa Casati Stampa. Chi è questa donna? Una prima descrizione la fornisce lo stesso Achille L attraverso la propria pagina Instagram: “Musa ispiratrice dei più grandi artisti della sua epoca. Grande mecenate, performer prima della performing art e opera d’arte vivente”. Nobildonna, collezionista d’arte, e ricchisima ereditiera; si può riassumere con queste parola la vita di Lusia Casati, che sposò il marchese milanese Camillo Casati Stampa di Soncino, da cui ebbe una sola figlia, Cristina. Ebbe anche una relazione con Gabriele D’Annunzio, un fatto che provocò un gran scandalo all’epoca, ed inoltre, come ha di fatto “anticipato” Achille Lauro, era una donna molto eccentrica nel vestire e nel trucco. Per i suoi modi di fare e per il suo aspetto, divenne la musa ispiratrice dei più grandi artisti dell’epoca.
MARCHESA CASATI STAMPA: I FASTI E LA MORTE IN POVERTÀ
Fra i tanti che se ne innamorarono, Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Mecenate e una delle grandi protagoniste della Bell’epoque, scelse una città che si sposava perfettamente con il suo stile e il suo modo di vivere, leggasi Venezia. ”È un personaggio iconico e mistico che mi ha colpito. Musa inarrivabile, eterea e decandente”, ha aggiunto ancora Lauro, parlando della marchesa. Una donna in grado di anticipare di anni in tempi, capace di frequentare tutti gli intellettuali di inizio ‘900, ma anche la gente di strada. Nel 1910 acquistò il palazzo di Venezia che è oggi sede del museo Guggenheim, dove visse fino al 1924. Una notte riservò l’intera Piazza San Marco per una festa, e nelle serate normali passeggiava nuda, coperta solamente da un mantello di pelliccia, mentre i passanti l’ammiravano. Nel 1923 acquistò una casa a Parigi, il Palais Rose, appartenente a Robert de Montesquiou, ma nel ’30 a causa di un enorme debito, fu costretta a venderlo all’asta e fra gli acquirenti vi fu anche Coco Chanel. A quel punto si trasferì a Londra, dove viveva la figlia, e dove visse in povertà fino alla morte nel 1957. Proprio nella capitale del Regno Unito è attualmente sepolta, e sulla tomba si legge l’epitaffio che Schakespeare dedicò a Cleopatra: “L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita”.