Adrien Candiard, quando aveva 9 d’età, pensò di farsi frate e lo disse a tavola ai suoi genitori, che reagirono con sdegno e incredulità. A raccontarlo è stato lui stesso in un’intervista pubblicata sul “Corriere della Sera”, sulle cui colonne ha confessato che nel 2006 è divenuto per davvero un religioso domenicano, che oggi vive al Cairo. Nella “vita precedente”, era uno dei più apprezzati ghostwriter di Dominique Strauss-Kahn, in corsa per le primarie presidenziali francese, ma poi interruppe quel lavoro per scegliere la via della fede.
Perché Adrien Candiard si è fatto frate anziché prete diocesano? “Mi attraeva la radicalità della vita religiosa – ha spiegato –. Noi emettiamo tre voti: povertà, castità, obbedienza. I sacerdoti no. Se avessi scelto il clero secolare, qualcosa sul conto corrente oggi lo avrei”. Il motivo per cui ha scelto di “arruolarsi” tra i domenicani è invece legato alla sua adolescenza: “Leggendo i libri di storia, mi sono imbattuto in Bartolomé de Las Casas, il missionario spagnolo difensore degli indios. Ho pensato: ma questa è casa mia. Vado a messa dall’età della prima comunione. Sono il contrario di un convertito. Ho vissuto con Dio accanto a me”.
ADRIEN CANDIARD: “PAPA FRANCESCO? L’HO INCONTRATO E…”
Nel prosieguo della sua chiacchierata con il “Corriere della Sera”, Adrian Candiard ha rivelato di essere stato inviato al Cairo nonostante avesse altri progetti (“Pensavo di diventare biblista”) e di essere interessato ai musulmani, nonostante ci sia la necessità di lasciarsi alle spalle un equivoco: “Stiamo parlando di un unico Dio. I cristiani di lingua araba lo chiamano Allah. Non hanno un’altra parola per dire Dio. Quando celebro in arabo, sul messale leggo Allah”.
Per Strauss-Kahn, Adrien Candiard scriveva “discorsi, articoli, lettere. Lui dettava la linea, io ci mettevo un po’ di cultura. Non voglio atteggiarmi a veggente, ma avevo capito che aveva un problema personale. E poi ero deluso dal suo rapporto con le idee: se ne innamorava e subito le lasciava cadere. Non era l’eroe di cui volevo diventare il paladino”. Papa Francesco, invece, “mi ha ricevuto in udienza privata nel marzo scorso. Impressiona vedere la sua semplicità a confronto con l’apparato vaticano. Una persona mi aveva chiesto: ‘Digli che preghiamo per lui’. Gliel’ho riferito. Mi è sembrato molto colpito”.