Gli scienziati hanno scoperto alcuni fattori che possono predire una morte precoce negli adulti. I risultati dello studio, citato dal Guardian, sono stati presentati al meeting annuale della Società Europea di Cardiologia, la più importante conferenza mondiale sul cuore. In particolare, ciò che emerge è che milioni di adulti di mezza età che sono in sovrappeso e manifestano livelli di pressione sanguigna, colesterolo o glucosio anche solo leggermente elevati, hanno circa un terzo di probabilità in più di morte precoce.
Ma non è tutto, perché questa ricerca ha messo in luce come questa particolare categoria di adulti corra un rischio maggiore del 35% di attacchi cardiaci o ictus e di subirli due anni prima rispetto ai loro coetanei. In sintesi, si tratta di un’ulteriore prova dei pericoli immediati posti dalla crisi globale dell’obesità, i cui tassi sono in allarmante aumento. In medicina, si definisce “sindrome metabolica” la presenza di tre o più caratteristiche non salutari, tra cui il sovrappeso o l’eccesso di grasso intorno alla vita, l’ipertensione arteriosa, il colesterolo alto o i livelli elevati di glucosio. Si tratta di una sindrome che affligge fino al 31% della popolazione mondiale, una stima che tiene conto anche degli adulti che non ricevono una diagnosi perché inconsapevoli della propria condizione.
Sindrome metabolica negli adulti: i rischi di morte precoce e come individuarla
Alcuni segnali negli adulti possono predire una morte precoce. L’autrice dello studio, la dottoressa Lena Lönnberg dell’ospedale della contea di Västmanland a Västerås, in Svezia, ha spiegato al Guardian che “molte persone tra i 40 e i 50 anni hanno un po’ di grasso intorno al girovita e un lieve aumento della pressione sanguigna, del colesterolo o del glucosio, ma si sentono generalmente bene, non sono consapevoli dei rischi e non si rivolgono a un medico“. Tuttavia, precisa che si tratta di “un problema in crescita nelle popolazioni occidentali, dove le persone stanno inconsapevolmente accumulando problemi per la vita futura. Si tratta di un’enorme opportunità mancata di intervenire prima che si verifichino infarti e ictus che si sarebbero potuti evitare“.
Lo studio, condotto in Svezia su 34.269 adulti tra i 40 e i 50 anni tra il 1990 e il 1999, ha svelato che i soggetti con sindrome metabolica avevano il 30% di probabilità in più di morire durante il follow-up rispetto alle loro controparti senza sindrome metabolica. Infarti o ictus non fatali si sono verificati in 1.645 (32%) partecipanti con sindrome metabolica e in 2.321 (22%) controlli, risultando in un rischio maggiore del 35% di infarto e ictus.