“Adesso (che) ho guardato la vita da entrambi i lati/Dall’alto e dal basso, e ancora in qualche (altro) modo/Mi ricordo dell’illusione della vita/Non so assolutamente niente della vita”. Su questi versi e sulle note di “Both Sides Now” di Joni Mitchell si chiude la terza e ultima stagione di After Life. Ricky Gervais, l’attore comico inglese di The Office, creatore, produttore e interprete della serie tv la cui nuova stagione è apparsa per intero (6 episodi) venerdì 14 su Netflix, ha chiarito che la quarta non ci sarà, perché non è in grado di garantire “un’altra stagione (…) bella come le prime tre”.
In effetti la terza stagione è – se possibile – più bella delle precedenti. Divertente e commovente come le altre, ma con qualcosa in più, visto che riesce a trasmettere una sensazione di poetica accettazione della vita, così com’è, da qualunque lato la si guardi. Non ci sono risposte e non ci sono conclusioni da trarne. La vita ha sempre almeno due lati, come suggerisce appunto la canzone di Joni Michell: divertente e tragico, giusto e ingiusto, felice e doloroso. Gervais non indica soluzioni, non si attarda a giudicare ma si limita a guardare gli altri, senza mai fingere di non aver visto la realtà delle cose.
Tony nella terza stagione cerca di dare un senso alla sua relazione con Emma, l’ex assistente del padre deceduto alla fine della seconda stagione nella residenza per anziani “foglie di autunno”. Ma nonostante gli sforzi e la comprensione della sua nuova compagna per l’amore che Tony conserva per la moglie Lisa, morta a causa di un tumore, la relazione non è niente di più che un’amicizia.
La vita intorno al nostro protagonista nel piccolo centro inglese sembra scorrere senza particolari scossoni e con i problemi di sempre. Fa la sua comparsa anche qualche nuovo personaggio. Ad esempio, nella redazione del “The Tambury Gazette” arriva una nuova stagista, anche lei abbastanza disperata per aver perso il lavoro nel locale supermarket per colpa della pandemia. Kath, la collega che si occupa della pubblicità per il giornale, cerca di vincere la solitudine mettendosi alla ricerca di nuovi fidanzati che puntualmente svaniscono dopo esilaranti incontri a cena.
Nei colloqui al cimitero davanti alle tombe dei loro cari, Tony e la signora Anne (interpretata da Penelope Wilton di Downton Abbey) cercano di capire le ragioni del loro lutto senza fine. Anne rincuora Tony, lo esorta a credere nella vita, gli fa capire come lui stesso sia stato importante nelle sue scelte. “I nostri veri angeli sono quelli vivi”, ricorda Anne. Anche il cognato Tom si impegna senza successo a coinvolgere Tony in attività sociali, proponendogli gare sportive dove Tony rivela tecnica e voglia di vincere. Ma Tony non concede nulla alla generosità del fratello di Lisa, se non qualche piccola attenzione quando dopo una di queste sfide finisce in ospedale.
Chi avrà invece un ruolo fondamentale nel ravvedimento finale saranno i bambini ricoverati in un istituto oncologico che Tony intervista, come di routine, per il giornale. Alle domande dirette dei bambini sulla (loro) morte e sull’aldilà Tony è costretto a mentire. Solo allora capisce che non sempre la cosa giusta da fare è guardare la realtà dal proprio punto di vista, e se si vuole aiutare il prossimo bisogna cambiare punto di osservazione e rispettare di più i desideri e i progetti degli altri, anche se non condivisi.
After Life è una pietra miliare del genere “black comedy”. Ma anche un punto di riferimento per quanto riguarda il futuro delle produzioni seriali. Gervais giganteggia e porta a compimento un percorso che dalla satira, anche quella cattiva, lo ha condotto a una riflessione originale sui sentimenti e la società di oggi. Rendendolo ancora di più un artista internazionale completo, punto di riferimento al di là del suo genere di provenienza. Anche per questo i complimenti che Tony Gervais ha riservato qualche settimana fa a Marco D’Amore e a Salvatore Esposito, i due protagonisti di Gomorra, hanno giustamente inorgoglito i nostri giovani artisti ed entusiasmato il loro vasto pubblico di sostenitori.
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