La giunta di Stefani in Veneto pronta tra 10 giorni: il programma, le prime priorità e l'unità del Centrodestra dopo il successo della Lega alle Regionali

LA GIUNTA E IL PROGRAMMA DI STEFANI: AL VIA LA RIVOLUZIONE GENTILE IN VENETO

Dopo la proclamazione del nuovo Presidente di Regione Veneto, entro massimo 10 giorni sarà annunciata dal Governatore eletto Alberto Stefani la giunta che governerà per i prossimi 5 anni: l’annuncio dato dal giovane vicesegretario della Lega giunge dalle colonne de “Il Foglio” nell’intervista dove racconta e si racconta a 360°, in attesa di impostare la sua autentica “rivoluzione gentile” con cui è riuscito a trionfare con il terzo risultato più alto di sempre nei consensi delle Elezioni Regionali.



I patti vengono del tutto confermati, anche se alle urne del 23-24 novembre la Lega ha ottenuto risultati ben più ampli di FdI e Forza Italia: «pacta sunt servanda» («i patti devono essere rispettati»), sottolinea il neo Presidente confermando le ipotesi della vigilia con 5 assessori in casa Fratelli d’Italia, 4 del Carroccio e 1 del partito di Tajani e Tosi. Meno quantità e più qualità l’intento della prossima Giunta Stefani, creando tanto una “bussola” sul lavoro quanto lo sviluppo sulle riforme sanitarie e di accoglienza per una «migliore coesione sociale».



Regionali Veneto, leader del Centrodestra con Alberto Stefani (ANSA 2025, uff. stampa P. Chigi)

Ringraziando il suo illustrissimo predecessore Luca Zaia, il nuovo Governatore intende riaffermare il valore politico e competitivo di Regione Veneto, aprendosi alla stagione dell’Autonomia differenziata e affrontando da vicino le priorità fissate già in campagna elettorale dal più giovane Presidente di Regione della storia italiana (dopo Fitto in Puglia, ndr): l’invecchiamento della popolazione, l’inclusione e la mancanza di mano d’opera. Le “ricette” di Stefani partono dalla considerazione che non serve alcuno scontro politico con le opposizioni, ma un dialogo sincero per trovare le soluzioni adatte, dal «programma sociale per potenziare le residenze anziani e assistenziali» fino ad una immigrazione controllata e regolare («senza interazione l’immigrazione diventa una disintegrazione sociale»).



IL RAPPORTO CON SALVINI E ZAIA E IL “DISTINGUO” SU VANNACCI: COSA HA DETTO IL NUOVO GOVERNATORE DEL VENETO

Secondo il Presente Stefani occorre poi una vera rigenerazione urbana dal punto di vista ambientale, ma senza le “lenti” dell’ideologia europeista: per il n.2 della Lega infatti il Green Deal Ue «è una ideologia dissennata, per cui l’Europa segue delle idee astratte invece che fare gli interessi di cittadini e imprese». Serve far diventare l’Ue un’unione i popoli e territori, non l’attuale scenario politico e sociale sempre più in crisi: occorre un federalismo fiscale forte, e la battaglia che nasce dal programma del Veneto non può che ampliarsi dal punto di vista nazionale.

Alberto Stefani con Matteo Salvini dopo le Elezioni Regionali in Veneto (ANSA 2025, Nicola Fossella)

Seguendo la scia di Zaia, la nuova Giunta Stefani proverà ad allargare il dialogo sui territori direttamente a Roma, anche sfruttando l’ottimo rapporto tra il vicepremier in quota Lega e appunto il nuovo Presidente appena eletto in Veneto, nominato proprio da Salvini come commissario per il Carroccio nel territorio veneto. Tutto viene condiviso tra Via Bellerio e il territorio, con un partito che rimane unito e approvando «le scelte nazionali e quelle locali»: Stefani al “Foglio” chiarisce che non vi sia alcuno scollamento tra il prossimo consigliere regionale – con record di oltre 200mila preferenze – e il Governo centrale in casa Centrodestra.

Di contro, dopo aver compattato in questi anni le istanze di Salvini e quelle di Zaia per il bene della Lega e per la battaglia politica appena rivinta alle Regionali, Alberto Stefani risponde nettamente a chi gli chiede se sia da considerarsi un “anti-Vannacci” per toni e contenuti: «io sono della Lega da quando avevo 15 anni, ho avuto modo di conoscere molto di più Zaia e Salvini». Anche qui, niente polemica ma chiarezza nel rispondere ad un tema che potrebbe divenire sempre più chiave per il futuro della Lega, tanto in Veneto quanto nel resto del Paese.