Rapimento di Aldo Moro, la pista delle connessioni internazionali tra i servizi segreti, la Cia e l'operazione Gladio in collaborazione con le Br
Il rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana che fu sequestrato il 16 marzo del 1978 e poi trovato ucciso il 9 maggio successivo dopo 55 giorni di prigionia, è un caso che dopo 47 anni presenta ancora molti misteri irrisolti.
Nonostante i processi e le sentenze che hanno poi portato alla condanna di vari esponenti delle Brigate Rosse, restano aperte ancora alcune piste tra quelle percorse durante l’inchiesta, specialmente relative ai vari collegamenti internazionali ed interferenze tra servizi segreti italiani e la Cia.
Le ipotesi infatti, avevano portato ad alcune conclusioni, che parlavano di un omicidio che non sarebbe stato legato esclusivamente all’ambiente dell’organizzazione sovversiva, ma con la partecipazione di intelligence straniere, unite per evitare il cosiddetto “Compromesso storico” dell’alleanza tra PCI e DC.
Le indagini in tal senso si basarono su alcune prove, poi archiviate, che all’epoca furono usate come base per proseguire sulla strada della connessione tra Br, malavita organizzata e vertici dei Servizi, fino ad arrivare a scoprire documenti segreti che parlavano di una collaborazione con strutture paramilitari e massoneria come la P2 e Gladio e della presenza nel quadro anche del KGB.

Rapimento Aldo Moro, la pista dei servizi segreti in collaborazione con la CIA e il ruolo di Gladio
Durante le varie inchieste per il rapimento di Aldo Moro, emersero più volte le ipotesi del coinvolgimento dei servizi segreti italiani, in collaborazione con altre agenzie di intelligence come la CIA, il KGB ed il Mossad. Secondo la pista, confermata da alcuni documenti e testimonianze dei protagonisti, le Brigate Rosse furono aiutate a livello internazionale grazie ad una rete di collaborazioni, a compiere il sequestro e poi il delitto, per contrastare il progetto del presidente della Dc di portare a termine l’alleanza politica con il partito comunista.
In questo scenario si inserisce poi anche il ruolo di Gladio, organizzazione paramilitare controllata dalla CIA, che in collaborazione con l’Italia si doveva occupare della prevenzione dell’espansione dei movimenti sovietici, in un progetto coperto dal segreto di stato.
Secondo quanto scoperto in alcune carte delle Br nel 1978, lo stesso Moro rivelò ai brigatisti durante il periodo del rapimento dell’esistenza dell’operazione Gladio, che poi fu svelata pubblicamente da Andreotti nel 1990. Per poter confermare ufficialmente questo dettaglio però, sarebbe stato necessario ascoltare le registrazioni degli interrogatori durante la prigionia, contenute in cassette che, nonostante le varie perquisizioni, non sono mai state ritrovate.
