Alessandro Borghese/ Il ricordo del padre e la loro passione condivisa
Alessandro Borghese è tra gli ospiti della finale di Castrocaro 2021. In un’intervista recente, lo chef ha parlato di suo padre e dell’influenza che ha avuto nella sua vita.

Alessandro Borghese è uno degli ospiti della finale di Castrocaro, il festival dedicato alle ‘voci nuove’ della canzone italiana che si svolge ogni anno a Castrocaro Terme in provincia di Forlì-Cesena. Di recente, Borghese è tornato in tv con Piatto ricco, un programma inedito formato cooking show in onda dal lunedì al venerdì alle 19.30 su Tv8.
Piatto ricco è prodotto da Banijay Italia e vede lo chef dirigere una gara fra tre concorrenti con la collaborazione del collega Gennaro Esposito. I tre concorrenti non sono altro che cuochi amatoriali provenienti da tutta Italia, a cui è richiesta – oltre a una buona dose di abilità in cucina – anche una spiccata propensione per il gioco e la strategia. In effetti, per vincere la gara, i tre potranno osare molto e persino ‘bluffare’ per rendere più difficile la corsa dei loro sfidanti.
Alessandro Borghese ricorda i genitori Luigi e Barbara Bouchet
Figlio dell’imprenditore napoletano Luigi e dell’attrice Barbara Bouchet, Alessandro Borghese si è appassionato alla cucina fin da giovane. Una volta finita la scuola, infatti, ha deciso di imbarcarsi sulle navi da crociera come cuoco di bordo. In seguito ha lavorato a Londra, San Francisco e Parigi, con un occhio sempre alle sue radici a cui era (ed è tuttora) molto legato. Con mamma Barbara, di origini tedesche, ha avuto un rapporto relativamente complesso, soprattutto perché lei era una madre un po’ diversa rispetto a quelle dei suoi coetanei (per questioni culturali e forse anche legate al suo lavoro nel mondo dello spettacolo).
Il rapporto con suo padre, invece, è stato piuttosto sereno, e proprio a lui Alessandro deve la passione per il mondo della cucina. L’altra cosa che ha ereditato, invece, è alquanto inaspettata: si tratta della sua grande passione per i motori, di cui ha parlato approfonditamente in un’intervista del 25 luglio alla Gazzetta dello Sport. “Anche lui era un pilota, di motociclette. Ha partecipato alla Milano-Taranto, per esempio, dove si poteva cambiare categoria di moto durante la stessa gara: la mattina eri in sella a una 125, poi a una 250 e a fine giornata a una 500. Ha corso con Harley-Davidson, Suzuki, Yamaha e Ducati”. “Insomma – spiega – è una passione di famiglia che inevitabilmente ha toccato anche me. Ricordo che trascorrevo le domeniche a guardare le gare di motociclismo: il mio idolo era Kevin Schwantz, poi quando è arrivato Valentino Rossi gli occhi erano solo per lui”.
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