Omicidio Giulia Tramontano, difesa di Alessandro Impagnatiello verso il ricorso in appello e si prepara a contestare aggravanti (premeditazione e crudeltà)

ALESSANDRO IMPAGNATIELLO VERSO IL PROCESSO D’APPELLO

Alessandro Impagnatiello verso il ricorso in appello contro la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano. La difesa ci sta lavorando e lo depositerà prima della scadenza prevista, secondo quanto riportato dall’Ansa. Per i legali vanno escluse le aggravanti della crudeltà e della premeditazione, che sono state riconosciute nella sentenza di primo grado. Nell’arringa finale la difesa aveva evidenziato la “condotta grossolana” dell’ex barman dopo il femminicidio, sostenendo che ciò non si concilia con l’immagina ricostruita invece dall’accusa e condivisa nel dispositivo che riporta la condanna all’ergastolo.



Infatti, nelle motivazioni di primo grado si sottolinea come Impagnatiello abbia premeditato l’omicidio della fidanzata per quasi 6 mesi, uccidendola dopo l’incontro che lei aveva avuto con la sua amante. Peraltro, i giudici hanno riportato anche che Impagnatiello potrebbe aver realizzato, anche se per pochi secondi, che uccidendo la fidanzata stava anche ammazzando il figlio di cui la ragazza era incinta.



OMICIDIO GIULIA TRAMONTANO: LE AGGRAVANTI

Il caso si aprì il 28 maggio di due anni fa, quando Alessandro Impagnatiello si presentò dai carabinieri di Senago (Milano) per denunciare la scomparsa della fidanzata incinta di 7 mesi. In realtà, Giulia Tramontano era stata già uccisa e ad ammazzarla era stata proprio il compagno, arrestato giorni dopo il femminicidio. Le indagini hanno coinvolto anche ricerche fatte sul web da Impagnatiello, utili anche per la contestazione dell’aggravante della premeditazione, sono stati ricostruiti anche messaggi WhatsApp e video di una telecamera di sorveglianza privata.



Ma utili ai fini dell’inchiesta sono stati anche i racconti di un’altra ragazza, l’amante di Impagnatiello, per aggiungere altri tasselli in merito alla fase che ha preceduto l’omicidio. Nel processo di primo grado è stata dibattuta molto l’aggravante della premeditazione, che ha consentito di far salire la pena all’ergastolo, motivo per il quale sarà anche questo il tema principale del ricorso in appello che porterà il caso in secondo grado.