Alessia Pifferi è a processo per l’omicidio della figlia di 18 mesi, Diana, morta di stenti nel suo appartamento milanese nel luglio scorso. La donna, 38 anni, secondo l’accusa avrebbe abbandonato la bimba per 6 giorni per stare insieme al suo compagno e non si sarebbe preoccupata di averla lasciata sola in casa, senza cibo né acqua, accettando così la possibilità che la piccola perdesse la vita in sua assenza. All’orizzonte il rischio di una condanna all’ergastolo: Alessia Pifferi è arrivata alla sbarra in Corte d’Assise a Milano poche ore fa, nella prima udienza del 27 marzo, imputata del reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dall’aver ucciso la figlia e dai motivi futili e abietti.
Il suo ex avvocato, Solange Marchignoli, ai microfoni di Lombardia Nera ha svelato alcuni retroscena relativi alla fase in cui aveva assunto la difesa della 38enne insieme al collega Luca D’Auria, incarichi poi revocati a suo dire “senza spiegazioni” prima dell’ennesimo colpo di scena: Alessia Pifferi, a 48 ore dall’avvio del dibattimento, ha cambiato nuovamente avvocato togliendo il mandato a Fausto Teti, salvo poi tornare inutilemente sui propri passi e chiedere allo stesso legale di riprendere le redini della difesa. L’entrata in scena di un nuovo legale, Alessia Pontenani, avrebbe prodotto come effetto il rinvio dell’udienza al prossimo 8 maggio per consentire al nuovo avvocato di Alessia Pifferi di studiare tutte le carte necessarie ai fini processuali. Secondo Solange Marchignoli, questi continui cambi di rotta della sua ex assistita non farebbero altro che confermare, ancora una volta, la sua estrema fragilità emotiva davanti all’influenza di alcune compagne di cella. “Ho la sensazione che la signora Pifferi si sia persa“, ha dichiarato Marchignoli prima di parlare di un episodio che, a suo dire, sarebbe sintomatico di una difficoltà della 38enne nell’elaborare una sua prospettiva sulla drammatica vicenda che la vede coinvolta.
Marchignoli su Alessia Pifferi: “Segue la corrente, si fa coinvolgere dalle compagne di cella…”
Secondo l’avvocato Marchignoli, ex legale di Alessia Pifferi, la donna accusata della morte della figlia di 18 mesi a Milano non avrebbe un orientamento personale nitido sulla tragedia che la vede imputata e sulla linea difensiva alla quale affidarsi. Motivo per cui, a suo dire, sarebbe stata portata più volte a cambiare avvocati. L’ex difensore di Alessia Pifferi sostiene che, in un contesto di “importante fragilità emotiva“, la sua ex assistita “segua la corrente, si faccia coinvolgere dalle compagne di cella“: “La sua mente è come l’acqua, prende la forma del contenitore in cui si trova“.
Nel ripercorrere gli eventi relativi al periodo del suo incarico difensivo, Solange Marchignoli ha sottolineato un altro aspetto ai microfoni della trasmissione Lombardia Nera, di Marco Oliva: “Prima di cambiare avvocato, cambia lei. Cambia proprio atteggiamento, è sostenuta, a tratti anche poco educata, pretenziosa. Ci incontrava dicendo ‘mi devi dire la linea difensiva’. La sua fragilità era evidente, non mi arrabbio e capisco. È in carcere con il rischio di un ergastolo, quindi se qualcuno le prospetta di avere un avvocato che fa ‘magie’… ti devi salvare in qualche modo quindi se ti convince vai“. L’avvocato Marchignoli ha precisato che la strada di una richiesta di perizia psichiatrica non era contemplata nella sua linea difensiva: “Ho sempre detto ‘no’ perché secondo me la signora Pifferi è capacissima“. Ci sarebbe poi un episodio passato, secondo Marchignoli, che aggiungerebbe un tassello alla ricostruzione di una sostanziale fragilità della sua ex cliente: “Una battuta mi aveva colpito. Una volta mi aveva detto ‘in carcere mi dicono ‘dai che tra un po’ vai da Barbara d’Urso’, lì aveva il sorriso, questo mi fa pensare a una incredibile solitudine esistenziale, che si manifesta anche nella ricerca spasmodica di uomini con cui creare una famiglia“.