ALFREDO ROSSELLI, L’INGEGNERE CHE PROGETTO’ L’AUTODROMO DI MONZA
Chi ricorda oggi Alfredo Rosselli? Uno dei padri che idearono uno tra dei circuiti automobilistici più famosi e iconici di tutti i tempi sarà celebrato questa sera su Rai 2 (ore 21.20) con la prima tv de “Il Tempio della Velocità”, il documentario che la Rai dedica al centenario dell’Autodromo di Monza. Ma cosa sappiamo di questo ingegnere che, assieme a Piero Puricelli, fu incaricato della progettazione del circuito che oggi non solo è di fatto il più veloce al mondo ma anche il terzo più antico dopo quello britannico di Brooklands e quello americano di Indianapolis?
Se su Puricelli sappiamo molte più cose perché fu anche un senatore della Repubblica Italiana (e di cui parliamo in un articolo a parte), Alfredo Rosselli è colpevolmente meno noto ai fan dei motori è dell’ingegneria legata all’impiantistica sportiva. Tuttavia gran parte della sua notorietà è legata proprio all’Autodromo di Monza che fu costruito a tempo di record (solo 110 giorni) nel lontano 1922 per celebrare il 25esimo anniversario della nascita del Club Automobilistico di Milano. Dopo aver reperito dei capitali privati, attraverso la neonata SIAS (Società Incremento Automobilistico e Sport) per questa imponente opera si decise, come accennato, di affidare la progettazione a Rosselli che stando ad alcune fonti dell’epoca aveva in mente diverse idee per renderla unica.
L’IDEA DI ROSSELLI: UN ANELLO DI ALTA VELOCITA’ E UN RETTILINEO CHE…
Innanzitutto i finanziatori e i progettisti valutarono inizialmente diverse aree in cui realizzare quello che diverrà uno dei templi laici della Formula 1 oltre che delle due ruote con la Superbike: oltre a quella di Gallarate dove oggi c’è l’Aeroporto di Malpensa, e il Distretto di Cagnola, alla fine si optò per il Parco di Villa Reale a Monza che a inizio secolo apparteneva all’Istituto Italiano Veterani, ovvero l’Opera Nazionale Combattenti. Nella fase preliminare della progettazione Rosselli aveva pensato a un autodromo che comprendesse una pista di velocità e un anello stradale affiancati per un totale di 14 chilometri e un costo complessivo di almeno 6 milioni di lire: inoltre il progetto preliminare prevedeva un tracciato a forma di ‘otto’ per 14 chilometri totali ma valutato poi di eccessivo impatto ambientale sullo stesso Parco Reale.
Alla fine il circuito nato dal progetto di Alfredo Rosselli e realizzato fattualmente dall’impresa guidata dall’ingegnere Piero Puricelli, diverso da quello che conosciamo oggi, prevedeva un circuito costituito da due anelli utilizzabili assieme -oppure separatamente- in modo da alternare durante le corse un giro di uno e poi un giro dell’altro, mentre invece il rettilineo d’arrivo restava comune a entrambi gli anelli (ma diviso per ovvie ragioni in due corsie). Nell’idea di Rosselli un anello era dedicato all’alta velocità per una lunghezza complessiva di 4,5 chilometri con due curve sopraelevate su di un terrapieno di quasi tre metri sul terreno (l’obbiettivo era consentire alle vetture di toccare una velocità massima di 180 chilometri, seppur teorica), laddove invece il totale della pista stradale era di 5,5 chilometri con sette curve. Va ricordato infine che Rosselli ideò le curve sopraelevate in modo da raccordarle con due rettifili di un chilometro ciascuno. Il resto, tra l’essere diventato la ‘casa’ del GP d’Italia e il record di velocità assoluto di velocità per la F1 di Hamilton nel 2020, è già storia…