Confindustria chiede al governo delle misure a contrasto del declino demografico: ecco che cosa propongono gli industriali d'Italia

Confindustria pone l’accento sul declino demografico, un problema che affligge ormai da anni la nostra popolazione. Gli italiani fanno sempre meno figli e, nel contempo, invecchiano, e ciò rappresenta un deficit a livello industriale: più la popolazione invecchia e più le donne e gli uomini in età lavorativa vanno in pensione, senza però essere compensati dai giovani che raggiungono l’età lavorativa. Ecco perché, per Confindustria, è a rischio sia la crescita del Paese sia il welfare, proponendo quindi delle soluzioni per ovviare a tale situazione, a cominciare dall’attrarre lavoratori stranieri, ma anche – e soprattutto – dall’aumentare la natalità, senza però fare retromarcia sulle pensioni.

Una serie di manovre che non sarà facile incastrare fra di loro, ma che, per gli industriali italiani, rappresenteranno il nostro presente e, soprattutto, il futuro. A lanciare l’allarme è stato in particolare Alessandro Fontana, direttore del Centro Studi, secondo cui nel giro di quindici anni, quindi entro il 2040, ci saranno 5,4 milioni di italiani in meno in età lavorativa, mentre, se si guarda al breve termine, saranno 1,3 milioni i lavoratori che mancheranno entro il 2028. Nel contempo aumenterà la spesa sanitaria per effetto dell’invecchiamento della popolazione, crescendo di 1,2 punti percentuali nei prossimi venticinque anni, e, nel contempo, anche le pensioni aumenteranno, passando dal 15% al 17% entro il 2040.

CONFIDUSTRIA: “SERVONO INVESTIMENTI FIN DA SUBITO”


Secondo Confindustria è necessario quindi agire, facendolo però fin da subito e con investimenti, in modo da essere competitivi e creare un contesto che sia attrattivo per le aziende italiane, così come per gli investitori stranieri che vogliono puntare sull’Italia.

Stabilimento Rheinmetall AG (Ansa)


Fra le misure suggerite, anche un potenziamento dell’assegno unico, che già nel 2026 subirà un incremento, ma anche atti a sostenere la genitorialità, senza dimenticare un’estensione del welfare aziendale. Infine, secondo Confindustria, bisognerebbe creare delle accademie italiane all’estero per individuare manodopera qualificata da utilizzare appunto nel nostro Paese.

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