Amanda Lear e la bufera dopo il documentario Enigma: “Fake news e insinuazioni, non intaccano la mia carriera”.
Ad Amanda Lear non è piaciuto per niente il documentario Enigma prodotto da HBO e trasmesso su Max. In Italia il prodotto non è ancora disponibile ma dopo averlo visto l’artista è andata su tutte le furie. Il motivo? Si parla impropriamente della sua identità sessuale. “Dicevano che volevano celebrare la mia carriera, invece era un pretesto per diffondere le solite fake news“, ha detto la cantante al Messaggero. Lei, continua a negare tutte le voci sul suo conto che ormai si inseguono da anni.
Non solo, minaccia querele per “transinvestigation“, termine che sta per coloro che si accaniscono su una persona cercando di capire se sia trans o meno. Zackary Drucker è la regista di Enigma, dove si parla di Amanda Lear. A svelarne il contenuto prima di tutti è stato Andrea Palazzo, giornalista che ha potuto vedere in anteprima il documentario. La regista è stupita per la reazione tardiva dell’artista e si domanda “se Lear non si sia resa conto troppo tardi dei rischi del progetto, non foss’altro perché Drucker stessa è transgender“.
Amanda Lear spara a zero sul documentario Enigma e minaccia querele: “Filmetto osceno“
“Amanda Lear viene sottoposta a una sorta di interrogatorio, quasi a estorcerle una confessione“si legge nella recensione al documentario Enigma. Cosa vogliono sapere tutti? Se sia transgender o meno. La sua identità sessuale è quindi al centro di tutta la pellicola e, giustamente, ad Amanda Lear questo non è andato bene. Infatti lei stessa spiega che nel contratto si escludevano determinati tipi di temi, tanto che oggi gli avvocati hanno mandato una diffida, a quanto pare inutile.
“I miei avvocati hanno mandato una diffida, ma quelli se ne sono fregati. In America fare una causa è un incubo“, continua Amanda Lear, mentre HBO prova a difendersi dicendo che a loro la diffida non è mai arrivata e non solo, escludono la presenza di accordi su argomenti tabù per la donna. “Sono vittima di ‘transinvestigation”, ha spiegato, rendendosi conto che tutto il documentario è stato un tentativo forzato di farle fare outing. Poi conclude: “Fra poco tutti si dimenticheranno questo filmetto osceno”.