Andrea Stival, le "accuse infamanti e ingiuste" al nonno di Lorys/ "Veronica Panarello ha ucciso anche lui"

LE INDAGINI E L’ARCHIVIAZIONE: L’INCUBO DI ANDREA STIVAL

Dal dolore per la morte del nipotino Lorys all’incubo giudiziario per Andrea Stival per le accuse, rivelatesi infondate, mosse dalla nuora Veronica Panarello. Nel febbraio 2016, oltre un anno dopo il delitto di Santa Croce Camerina, vicenda oggi al centro della nuova puntata de Le Iene Inside, la procura di Ragusa iscrisse nel registro degli indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere il nonno della vittima. Un atto dovuto dopo la nuova versione che diede la principale indagata, ma che portò a un nulla di fatto, perché le indagini chiarirono l’estraneità del nonno.



Tutto nacque da un racconto affidato da Veronica Panarello a una psicologa durante la sua detenzione nel carcere di Catania: sosteneva che il figlio fosse stato ucciso dal nonno, perché avrebbe scoperto la relazione extraconiugale tra i due e voleva rivelarla al padre.

Quando la sua posizione fu archiviata, Andrea Stival si sfogò, spiegando che la decisione fu tardiva e le calunnie hanno segnato per sempre la sua vita e quella della sua campagna, aggiungendosi al dolore per la morte del nipote e al tormento per le sofferenze del figlio. Infatti, fu costretto a lasciare il suo paesino per trasferirsi al Nord, in quanto nessuno lo voleva per quelle “accuse infamanti e senza fondamento” che hanno avuto uno strascico giudiziario.



LA VITTORIA NEL PROCESSO CONTRO LA NUORA

Infatti, dopo la condanna a Veronica Panarello gli atti furono trasferiti per la calunnia nei confronti del suocero. Le sue affermazioni erano sentite dalle indagini e dalle carte processuali, che avevano sancito l’estraneità del nonno. Ad esempio, c’era l’alibi confermato dalla compagna, la cui versione venne anche confermata da una vicina di casa, che li vide insieme uscire di casa dopo l’orario indicato come quello del delitto, scagionandolo.

La donna per questo è finita di nuovo a processo, venendo riconosciuta colpevole. Durante l’arringa difensiva del processo di primo grado, il legale della donna chiese l’assoluzione, tentando anche la strada della continuazione del reato inserendolo nello disegno criminoso legato all’omicidio del figlio, ma il giudice monocratico la condannò a 2 anni e a 24mila euro di risarcimento, oltre al pagamento delle spese processuali.



Nel 2023 si è celebrato il processo di appello che ha confermato la condanna di Veronica Panarello. “La Panarello ha commesso un duplice omicidio, ha distrutto la vita al mio assistito“, dichiarò il legale di Andrea Stival a Fanpage.